The Death Of Anna Karina – New Liberalistic Pleasures (Unhip, 2006)

death

The Death Of Anna Karina  sono dei provocatori. Basta vederli sul palco, basta ascoltare le dediche a M. Placanica. Giulio, il cantante, già visto nel side project Suicide Club e sempre vestito da fighetto, sul palco si trasforma in uno strano essere attaccato all'asta del microfono, posseduto da spasmi isterici e luciferini. L'effetto scenico è di forte impatto, seducente nel suo contrasto e supportato da una musica devastante che, dallo screamo iniziale, con il nuovo New Liberalistic Pleasures sa guardare oltre, non rinunciando ad una proprosta a suo modo radicale. O radical chic, mormorerà qualche maligno: da Godard a Wittgenstein, dal futurismo al romanticismo (il riferimento dichiarato è la morte di Anna Karina nel film Vivre sa Vie) tutto concentrato in un suono isterico ma con spunti inaspettati e irresistibili, quasi ballabili (ok, non uso il termine punk/funk). Le influenze sono tante, tutte però coltivate e rivisitate tanto da dare una marcata personalità alla band emiliana: The Faint (i sinth di Decapitation, Decapitation), Q And Not U e Dischord, gli anni '80 e la new wave (emblematico il titolo Simon Le Bon Against The Tradition). I TDOAK sono un gruppo (post)punk che vede il nostro modello di sviluppo (Every Revolution Is A Throw Of Dice, forse il pezzo più bello dell'album) come una sorta di treno impazzito che corre a folle velocità verso l'ignoto, verso l'autodistruzione. Verso la sublime morte (di Anna Karina). Veramente una grandissima uscita.