The Connie Capri Organ Chamber Orchestra – S/T (Wallace, 2008)

Che Mirco Spino nonostante un malcelato passato hardcore (e non per i film con Rocco e John Holmes) sia diventato filo-freak e della peggior specie, mi sembra palesato da più segnali e questo disco è qui per dimostrarlo. Connie Capri Organ Chamber Orchestra viene messo in parallelo al buon Eric Dolphy con cui penso abbia da spartire meno che gli Skrewdriver con l’African National Congress guidato da Afrika Bambaataa che fa l’MC per Mandela… per altro in “nomen omen” o meglio il nome la dice tutta sul suono e un po’ suggerisce anche il taglio di questo vinile.
Organ Orchestra un po’ per lo strumento, un po’ per l’andamento di organo più batteria ossessiva e ripetitiva, annaspa nel kraut fino al collo, anzi direi che più kraut di così si muore. Nonostante ciò un appiglio con la modernità c’è, quanto meno per il suono, quindi facciamo un po’ di nomi visto che mi ha ricordato un po’ alcune cose dei Salaryman, gli I Am Spoonbender senza passato punk e depurati di devianze rock, i Trans Am delle tracce più filo-crucche e meno “post-rock here we go!” e chiaramente richiami assortiti a Faust, Can periodo Future Days e persino Krafwerk. Uno dei punti a favore di questo Connie Capri è che nella semplicità del disco le tracce si ascoltano davvero bene e quando li metto in parallelo con i Salaryman lo faccio con le migliori intenzioni visto che le melodie sono sempre a tinte acido/psichedeliche, ma mai depresse e per di più la batteria o una linea ritmica sono sempre presenti. Otto tracce per trentanove minuti, senza nessuno scivolone e giocando sulle ripetizioni di una formazione ridottissima non è un’impresa da poco o sbaglio? A ciò aggiungete che sul secondo lato del vinile la sterzata di umore è netta e quindi via di organo in dissonanza che gli anni ’70 chi se li scorda più. Ribadisco che nonostante la virata, l’andatura di Connie Capri rimane costante e a parte la variazione che ad ascoltarla Manzarek ci si sarebbe fatto le pippe, il piatto portante resta lo stesso, quindi un bel pollice alzato per Connie.