The Asstemians – S/T (Neonparalleli/HYSM?, 2014)

Il nome prometteva male, le facce in copertina pure peggio. L’ascolto… Dio ce ne scampi! Mirko Spino, braccio e mente della Wallace Records al basso, Fabio Intraina degli Intra studio alla batteria, Federico Ciappini, già Six Minute War Madness e collaboratore occasionale di Uncode Duello e Makhno, a chitarra e voce (ma non alla maniera che vi aspettereste): ciascuno gioiosamente fuori ruolo e determinato a dare tutto il peggio di sé. Vi viene in mente qualcosa di più rock’n’roll?
Cinque pezzi urlati che insieme non raggiungono il quarto d’ora (e contate che l’ultimo arriva quasi ai sette minuti), tempi mediamente non velocissimi, la chitarra che ogni tanto va per conto suo e quintalate di distorsioni e sporcizia: un suono cosi sfatto da farli espellere all’istante da qualsiasi lista di genere esistente. The Asstemians perpetrano un’estetica del disastro paragonabile solo ai peggiori gruppi della più sperduta provincia americana, quelli cresciuti ad alcolici e rock ascoltato su autoradio dalla ricezione pessima; gli Antiseen, tanto per fare un nome. Prenderli sul serio è onestamente impossibile e se qualcuno pensa possano essere divertenti, sbaglia: questo, o è un piccolo grande disco o una cagata pazzesca, molto probabilmente le due cose insieme. Lo so, dovrei odiarli e sulla carta c’è tutto il necessario perché ciò avvenga. Ma sarà che in loro non c’è la minima traccia di gigioneria, che sono a tutti gli effetti degli impresentabili o forse perché The Prayer, un blues elettrificato e degenere, lungo e lentissimo, è un gran pezzo, ma nel dubbio fra prendere o lasciare, mi assumo tutti i rischi del caso e prendo.