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Swilson – Demonology (Cheap Satanism, 2011)

Cattivo. Brutto e Sporco non so, però secondo me il giro è quello e i suoni delle chitarre quasi garage sono lì a dimostrarlo. Riffs acidi e tirati da un basso che più basso non si può a far da tappeto. Swilson, progetto one man band, non è male davvero, non si riesce a capire da quando è in attività, ma c’è una vocina nella mia testa che continua a dirmi che, tipo Doctor Who, questo tizio ha qualche congegno che viaggia nel tempo e che, in realtà, arriva direttamente dall’Inghilterra glam degli anni settanta. O, a seconda dei pezzi, da quando la prima ondata Psychobilly ha messo radici nella storia della musica. Probabilmente ho dei tratti schizofrenici che iniziano a farsi importanti, ma è anche vero che tra Marc BolanElectric Aborigine – e Iggy PopWhite Witch Black Witch – qualcuno ai tempi avrebbe patito della bravura di questo qua.

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Sakee Sed – Alle Basi Della Roncola (Mousemen, 2010)

Quelle contenute in Alle Basi Della Roncola, esordio dei Sakee Sed, sono canzoni da balera, o da saloon, suonate con "sentimento westernato". Viene infatti in mente il primissimo Bugo, quello dei dischi su Wallace e Bar La Muerte, riletto però in chiave country (ancora più country!). Quindi pianoforte, banjo, chitarre, ukulele, voci un po' stonate, cori. Nei brani più strutturati, Whisky & Coke per esempio, si può sentire qualche eco di Black Heart Procession, ma senza troppa malinconia e con molta approssimazione. I testi, nella maggior parte dei casi in italiano, sembrano molto in linea con le tematiche battute da Le Luci Della Centrale Elettrica o Il Pan Del Diavolo, con esiti altalenanti, ma che fan pensare che ci deve essere qualcosa nell’aria che respirano queste nuove leve di aspiranti cantautori (ma non so se cantautore è la parola esatta).

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The Bitter Tears – Jam Tarts In The Jakehouse (Carrot Top, 2009)

Chicago, si sa, è considerata da almeno vent'anni a questa parte come una vera e propria Mecca di un certo tipo di sound a metà tra le elucubrazioni noise (vedi Shellac) e le movenze sbilenche di derivazione krauta tipicamente post-rock (leggasi Tortoise). Di recente, poi, si sono aggiunte al quadro le sfuriate atmosferiche di bands come i Pelican, che non hanno fatto altro che donare alla Windy City un'aura ancor più "sperimentale". Ma, ovviamente, nella capitale dell'Illinois c'è anche molto altro, ed ecco giunto un motivo valido per far luce su quest'altra faccia della medaglia.

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