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Loveless Whizzkid – We Were Only Trying To Sleep (Seahorse, 2013)

Mi sarei aspettato dai Loveless Whizzkid, catanesi come gli Uzeda, l’ennesima riproposizione di quei suoni anni ’90 immersi in un catrame noise di basso e chitarre. Eppure non è proprio così o almeno non solo, seppure poco o nulla di nuovo c’è sotto il sole di Agosto: il giovane trio siciliano, grazie anche alla magica miscela grezza in fase di missaggio ad opera del bassista degli Shellac Bob Weston (unico il suo tocco coi Sebadoh di Bakesale e in tanti altri lavori), vomita fuori un suono spaventosamente onesto, melodico ma senza troppi compromessi.

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Former Utopia – Colapsar EP (Damnably, 2013)

Parte piano questo EP che rappresenta l’esordio di Former Utopia, trio di londoneers che compiono un viaggio in sei tracce. Un piacevole minestrone di voce bassa, sensuale e dal gusto folk che interviene saltando su chitarre acustiche e non, sezione ritmica matematicissima (e già è partito il personale plauso interiore) a oltranza – A Love Like Infinity – che man mano si dipana e riempie lo spazio e le orecchie di qualcosa che parrebbe avere come stella polare la produzione meno elaborata dei Joan Of Arc o, più probabilmente, i primi Pavement (evviva il sacro grezzo lo-fi) – May Day – con svalvoli infiniti della linea melodica che non si capisce bene a dove portino, ma catturano l’attenzione sempre e comunque e, quindi, vincono, e begli arpeggi ricercatamente sbilenchi – Schism -.

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Keiki – Popcorn From The Grave (Cheap Satanism, 2012)

Sedicente duo satanico con sede a Bruxelles, formato da un mezzo italiano alla chitarra e una mezza inglese alla voce. Al terzo album – il primo nel 2007, il secondo tre anni fa, uscito, come l’ultimo, per Cheap Satanism -, i Keiki si propongono sempre scanzonati e giocherellanti tra un rock scuro e greve che, a primo impatto – Hiroshima Nagasaki, Pies And Popcorn -, mi fa commuovere ripensando ai Cut di Ferruccio Quercetti quando, all’inizio della loro carriera mai abbastanza esaltata, si avvalevano di una cantante.

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