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Chris Brokaw – Gambler’s Ecstasy (Damnably, 2012)

Come accennato qualche recensione fa a proposito di Geoff Farina e altre vecchie glorie, la Damnably, in Europa, sta diventando una sorta di parco naturale, una riserva protetta dove nomi più o meno grossi e pionieri del passato del rock indipendente americano (inteso più come genere che come collocazione geografica) a cavallo tra il vecchio e il nuovo secolo, possano oggi trovare la giusta tranquillità per continuare a fare quello che loro riesce meglio, senza cadenze temporali precise e senza nessuna pretesa di reinventare qualcosa, rispetto magari ad altri progetti di più ampio richiamo a cui comunque gli stessi partecipano o continuano a partecipare.

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The Dust Dive – Asleep Or Awake Walk (Own, 2005)

Alle volte, ti trovi in situazioni in cui ti sembra di percepire il famoso cespuglio di sterpi che rotola come nelle gag più scontate di Benny Hill, nei fumetti dei Peanuts, o nell'imbarazzo di una festa a cui avresti fatto meglio non partecipare. Quelle situazioni di stasi che si tagliano con un grissino, per rimanere nei luoghi comuni che tanto cari mi sono. Questo disco dei Dust Dive, trio di Broccolino, pare vivere esattamente sul filo, costantemente in equilibrio precario, in attesa di un qualcosa che non succederà.

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Two Dollar Guitar + Chris Brokaw – 01/12/06 Milk Club (Genova)

Invecchiare non è il male. Galline, vischi maschio col fischio e senza raschio*, vino, amicizie e tutto quello in cui credi invecchiano. E migliorano. O si schiantano, col botto.
Sei anni fa eravamo tutti meno scafati, più innocenti, più pronti e reattivi. Oggi siamo una manica di snob malpresi che cercano sempre il male, in tutto.

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