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Shonen Knife – Pop Tune (Damnably, 2012)

“Quando le vidi la prima volta dal vivo, mi trasformai in una isterica ragazzina ad un concerto dei Beatles“. Queste parole furono pronunciate da Kurt Cobain in persona a proposito delle giapponesi Shonen Knife. Band di sole donne che da queste parti magari non è conosciutissima, se non da qualche esperto coi capelli brizzolati, ma vanta dal 1981 quasi una ventina di album e concerti a fianco di The Breeders, Nirvana (appunto) e le L7 (che nel 1990, tra l’altro, hanno partecipato assieme a Sonic Youth alla compilation tributo del gruppo dal nome Every Band has A Shonen Knife Who Loves Them).

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Shonen Knife – Free Time (Damnably, 2011)

Ho scoperto le Shonen Knife anni fa grazie ad uno splendido split 7" in compagnia degli Shudder To Think (senza dubbio uno dei più grandi gruppi di sempre – pubblicità progresso) e all'epoca scoprii anche che non suonavano esattamente come gli eroi dell'emo rock washingtoniano, ma anche che erano un gruppo con un folto seguito. Un mio caro amico dell'epoca parecchio impallato con il giappone diceva che le giapponesi erano "demenza pop tutta giapponese" e la cosa veniva detta con molto rispetto e grande ironia, anche a distanza di anni questo commento non ha perso un certo senso della realtà.

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R.U.N.I. – RrrrUuuuNnnnIiii (Wallace, 2010)

Per quanto, pur stimando enormemente l’etichetta e lo spirito rock-omnidirezionale di Mirko Spino, non sia impazzito per alcune delle ultime uscite Wallace (probabilmente sono quelle che stanno vendendo meglio, mentre immagino impilato a collezionare polvere per esempio Pupillo/Ligeti/Gebbia, un disco che dà parecchi punti a molti trii di Zorn) è pur sempre vero che l’etichetta si spara ancora dei colpi notevoli come questo o come i Mir, tanto per dire i primi che mi son venuti in mente.

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Agaskodo Teliverek – Psycho Goulash (Midfinger, 2009)

Mentre ascoltavo questo disco pensavo che un termine più di altri basterebbe ad inquadrarlo in modo più o meno decente ed il termine è “giap-pop”… il termine esiste? No? Se non esiste posso diventare famoso come quel giornalista che aveva inventato "post-rock"? Oppure posso entrare nell’accademia della crusca? (Per altro ho un quesito estemporaneo sull’accademia: ma sono gente che in virtù dell’appartenenza a quella specifica accademia non ha problemi di intestino pigro?… no, perchè ultimamente mi rendo conto che non è mica roba da sottovalutare!).

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