Vanessa Van Basten – Ruins: Sketches And Demos (Solar Ipse, 2015)

Superbo atto che chiude una fase per una delle più importanti e sottovalutate band indipendenti del panorama italiano. Il CD, benchè si presenti come una raccolta di demo e outtakes accumulati negli anni di attività dei Vanessa Van Basten, in realtà si amalgama perfettamente dentro un mood unico e carismatico come se fosse il parto di un unico presente. Nel suono i numi tutelari della band ci sono tutti: dai Godflesh ai My Bloody Valentine, dai Ride agli Scorn.

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H!U – S/T (Corpoc/Esercizi Di Assenza, 2014)

Quanto il crescere fra boschi e sassi in provincia di Lecco possa aver influenzato la genesi di H!U, creatura del poco più che ventenne Davide Sperandio, non è facile da valutare. Verrebbe da dire nulla, se si pensa che il suono sintetico che troviamo nell’album niente ha a che spartire con la natura e l’isolamento di certi luoghi; molto, se si considerano questi ritmi e droni di matrice schiettamente urbana come un tentativo di evasione da certi scenari.

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Garaliya – Reforged (Morte, 2014)

Garaliya è un duo in cui uniscono le forze Lin dei Morkobot e il misterioso (e impronunciabile) Mzky. Generalmente dediti a un’elettronica che combina pesantezza industriale e impossibile danzabilità, in questo album mettono le mani su (ma sarebbe più corretto dire “in”) sette brani di altrettante gruppi italiani della galassia post (aggiungete a discrezione il suffisso –core –rock –jazz, ecc.) riforgiandoli, appunto, nello spirito di certo metal di confine anni ’90, ma con tecniche e sonorità assolutamente attuali.

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Iron Molar – Poi Piove (Solitude Beast, 2010)

Ancora gli Iron Molar, a pochi mesi dal loro precedente album e dalle prove soliste dei due membri, licenziate a nome Iron e Evil Purpose. Non è comunque il caso di parlare di eccessiva prolificità: lo stato di grazia che il gruppo sta attraversando è evidente e di conseguenza doveroso sfruttare il momento. A proporceli è stavolta l'ottima Solitude Beast.

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