Mombu – Niger (Subsound, 2013)

Sempre a metà strada tra il divertissement e il “safari senza fucile”, proseguono le sperimentazioni etno (?) industriali del duo Luca T Mai/ Antonio Zitarelli. In questa nuova uscita, come nella precedente, l’impatto sonoro dei Mombu risulta ad un primo ascolto una versione corazzata dei Sabot in viaggio verso il Monsters Of Rock. Niger si presenta come un viaggio (che bello quando si poteva dire concept) attraverso un’europa contaminata e radioattiva dove il meltin pot è ormai uno zombie di cui non si riconosce più né l’etnia né le radici.

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Morkobot – Morbo (Supernaturalcat, 2011)

Come tutte le rock band senza chitarra anche i nostrani Morkobot non esulano da alcuni pregi ed alcuni difetti caratteristici di queste orchestrazioni. Infatti, nonostante la non novità di questa scelta stilistica, riconosciamo ancora un certo coraggio ad esporsi in formazioni esclusivamente ritmiche o con, almeno sulla carta, strumenti deputati esclusivamente alla ritmica. Perlomeno in ambito rock. Ben vengano quindi i mastodontici groove impressi sotto l'influenza di distorsori e le svisate psichedeliche capaci di generare campi elettrici ad alto voltaggio.

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The Hutchinson – Clan (Wallace, 2009)

Seconda prova altamente infiammabile per la macchina da guerra trentina degli Hutchinson. Groove mostruosi che fagocitano in un unico calderone i vortici di Sabot, Jesus Lizard, Therapy? e più in generale il blues/phunk stralunato della compiantissima Trance Syndicate. Certo, i punti di riferimento sono fin troppo saldi, per non dire visibili, ma scavando sotto il pelo del fango melmoso emergono sorprendemente schegge ed inaspettate proiezioni dalla blaxploitation fino ai cancelli luminescenti dei Funkadelic(!).

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Arrington De Dyoniso + Sabot – 20/03/10 C.S. Bruno (Trento)

Bella scoperta il Bruno, centro sociale anormalmente pulito e dagli orari di inizio e fine concerti insolitamente umani, sito in quel di Trento, a due passi dalla stazione. Età media bassa, bar affollato con i Queen di sottofondo (è la seconda volta a fila che mi tocca citare il gruppo di Mercury in una recensione. Dove sta andando il mondo?) e sala concerti ampia e non affollatissima. Ci siamo spinti fin qui (è presente anche il Ferri, perfettamente a suo agio nel teutonico ordine della città) per il concerto dell'Old Time Relijun Arrington De Dionyso in versione solo-solista, si supponeva spalleggiato dagli slovacco-americani Sabot.

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