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Pulseprogramming – Charade Is Gold (Audraglint, 2011)

Ci eravamo lasciati otto anni fa con i Pulseprogramming: e chi si sarebbe immaginato fossero mai tornati. Sodapop nel suo originario e affezionatissimo layout "statico" li aveva già incensati: era il periodo dell'indietronica (quando ancora non suonava proprio una parolaccia), sonorità in grado di unire placidi beat a suoni glitch (pop) senza mai perdere di vista la forma canzone. Tulsa For One Second fu particolarmente apprezzato su queste pagine virtuali, magari un gradino sotto le incredibili uscite di quegli anni, penso ai vari Dntel o agli Hood di Cold House, fino ad arrivare al Give Up dei Postal Service, disco ormai sdoganato anni dopo persino dai manager quale "miglior ascolto per rilassarsi in auto, mentre siete in coda a Milano" (giuro: l'ho letto su una rivista patinata tipo Class o Mean's Healt in un qualche studio medico): meglio del ginseng e passiflora, altro che musicoterapia!

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L’Altra – Telepathic (Acuarela Discos, 2011)

Il progetto L'Altra, con base a Chicago, torna dopo ben sei anni di silenzio, tanto che credevo che la band fosse ormai archiviata come un interessante percorso che legava l’intimismo chamber pop (con la stanza zeppa di stucchi veneziani) e una certa vena che flirtava molto da vicino con la musica classica. Un gruppo se volete anche di nicchia, in un periodo dove non si trovava proprio tutto in rete, ma con un discreto seguito su forum vari, penso al primo periodo Aesthethics e all'album In The Afternoon (forse il loro più rappresentativo) di quasi dieci anni fa, che faceva il paio con gli Early Day Miners quali uscite degne di interesse sul genere. Incredibile ma vero, dieci anni.

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