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Marvin – Barry (Africantape, 2013)

Francesi, terzo album per l’Europa e debutto nel Nuovo Mondo, famosi per i loro live: i Marvin non le mandano a dire. Almeno così sembrerebbe ascoltando Barry. Nove sono i pezzi che costituiscono un album cocainomane: mai una pausa, un ritmo più lento, un gioco semplice tra basso e chitarra, un giro che possa far pensare all’allentarsi della continua tensione musicale. Il trio suona tesissimo dall’inizio alla fine del disco, crea un vortice melodico che risucchia completamente e si capisce il perchè i loro show siano così acclamati in giro (n.d.r. In Italia il prossimo autunno) – Tempo Fighting (ca va sans dire…), Automan, Un Chein En Hiver -.

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Powerdove – Do You Burn? (Africantape/Murailles, 2013)

Tutti sanno usare almeno un pochino Photoshop. Almeno da profani. Scriverei solo una similitudine per descrivere le sensazioni che Do You Burn? mi ha suscitato: è come mettere il giusto contrasto a un’immagine. L’immagine è lì, ma solo contrastandola al punto giusto amplifichi la sua bellezza,come minimo, la migliori, fai risaltare i colori, i piccoli particolari che prima non vedevi o non erano abbastanza a fuoco. Spero di non sollevare un coro schernente di grafici o comunque gente del mestiere. La voce di Annie Lewandoski, membro del progetto The Curtains e amica di gente tipo John Dieterich (uno dei Deerhoof) con cui ha registrato questo picolo gioiello, ha lo stesso effetto.

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Papier Tigre – Recreation (Africantape/Murailles Music, 2012)

Un amico entra in casa mentre ascolto Recreation ed esclama:”Ah. Sei nel periodo Shellac?”. Ok. Magari non è proprio l’amico, musicalmente parlando, più colto che ho, però non ha completamente sbagliato mira. I Papier Tigre, da cinque anni sulla scena e al traguardo del loro terzo lavoro, vantano una quantità più che rispettabile di live in giro per il mondo (sopra a tutta la suddetta quantità, spicca un’apparizione all’All Tomorrow’s Party, mica niente) e sì, per certi aspetti, hanno un piglio e un’attitudine molto simile alla Divin Creatura del Signor Albini. Ma anche a gente come i Dianogah – vedi Chimera – che scopro, tipo Prova Del Nove, tra i links degli ascolti consigliati sul sito della band.

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Papier Tigre – S/T (Collectif Effervescence, 2007)

Disco che gronda Chicago, Washington e indie / math rock metà '90 da tutti i pori. Potremmo indicare, non tanto per pigrizia del comunque pigro recensore ma perché effettivamente il suono è quello, June Of 44, quelli di Anahata per intenderci, e gli ultimi Fugazi e più o meno avremo tracciato le linee tra cui il trio francese, di Nantes per la precisione, si muove. Certi passaggi ricordano, tanto per fare nomi di qualcuno geograficamente più vicino a noi, i Red Worms’ Farm, in particolare la voce e certamente il fatto che anche qui siamo in presenza di un trio senza basso e con due chitarre aiuta in questo senso.

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