Midas Fall – Fluorescent Lights (Monotreme, 2013)

Sono solo in tre i Midas Fall, alt-post-progressive band inglese, ma rendono come un’orchestra in questo breve ep che precede il loro terzo lavoro. Spesso comparati a connazionali del calibro di 65daysofstatic ed Explosions In The Sky, il trio originario di Manchester – e formatosi in terra scozzese – dal 2009 miete consensi a livello mondiale (per dirne una, hanno supportato i Mono)e l’anima di tutto ciò è Elizabeth Heaton, chitarra, synth e soprattutto voce.

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The Seven Mile Journey – The Metamorphosis Project (Fonogram Agency, 2008)

The Seven Mile Journey è un quartetto danese, qui alla prese con il suo secondo album (il primo risale al 2006). Vale la pena chiarire fin da subito che i nostri qui si muovono negli ormai abusati territori del post rock di stampo epico chitarristico, insomma chi ama perdersi tra atmosfere cinematiche e sognanti, arpeggi, crescendo strumentali, improvvise esplosioni di furore (leggi Mogwai, Explosions In The Sky, Mono, Godspeed You! Black Emperor), troverà qui tutto ciò che cerca, arricchito tra l’altro da contenute parti di piano, mai sopra le righe e ben dosate e amalgamate col resto.

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The Drift – Money Drawings (Temporary Residence, 2008)

Parlando di questi The Drift possiamo aprire su tutta una serie di considerazioni più o meno interessanti a seconda di chi legge. La Temporary Residence per quei pochi che non lo ricordassero, era una piccola label di culto che ha sparato una serie di uscite memorabili in tempi in cui il post-rock melodico furoreggiava e riusciva simultaneamente a conquistare sia un pubblico di radical fighetti (in cui mi auto includo) che i "diehard believers" dell'emo-core convertiti ad una musica in preminenza strumentale, se un nome vale ancora qualcosa Cerberus Shoal, Tarentel hanno dato il loro meglio qui.

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Gregor Samsa – 55:12 (Kora, 2006)

Lo spunto è preso dal racconto dell'uomo insetto di Kafka e il titolo sembra riferirsi alla durata dell'album. Questa giovane band da Richmond, Virginia unisce la mistica lentezza dei Low (These Points Balance, forse il pezzo più intenso del lotto) con la poderosa epicità tipica dei Mogwai (vedi l'orchestrale Young And Old), il tutto inserito in quell'atmosfera sognante e soffusa creata da band quali Slowdive e My Bloody Valentine, destinate a mietere molte vittime anni dopo il loro scioglimento.

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