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Rue Royale – Remedies Ahead (Sinnbus, 2013)

Il duo anglo-americano Rue Royale, coppia anche nella vita, con Remedies Ahead è al suo terzo lavoro prodotto attraverso una raccolta fondi e donazioni andata a buon fine tramite Kickstarter dopo vari cdr e registrazioni fatte in casa. Anni fa saremmo stati sicuramente più coinvolti e in effetti non c’è nulla che non vada in questo disco. Tuttavia di registrazioni casalinghe o spacciate per tali, innesti tra indie pop e folk ne abbiamo fatto davvero incetta da fine anni novanta in poi. Davvero pochi hanno lasciato qualcosa di più tangibile, metaforicamente parlando, di una sorsata di acqua fresca. Nel 2013 quindi riproporre questo genere è puro conservatorismo musicale.

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Low – The Invisible Way (Sub Pop, 2013)

Decimo disco in venti anni di attività per i Low: ed è quindi inevitabilmente il tempo per tirare le somme e per compiacersi nelle celebrazioni in occasione dell’uscita di questo The Invisible Way. Per il duo mormone Alan Sparhawk/Mimi Parker, coppia nella musica e nella vita, il tempo non sembra passare poi così velocemente, e il disco, seppure non ci dia sorprese e non spodesti i grandi classici del gruppo (per me Christmas, Secret Name, Things We Lost In The Fire), non delude le aspettative.

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7 Training Days – Finale/Forward EP (Autoprodotto, 2012)

Merita almeno una segnalazione questo breve EP dei frusinati 7 Training Days, di cui già avevamo avuto modo di parlare un anno fa, in occasione del disco d’esordio. Stavolta si presentano con una novità nella formazione (un avvicendamento alla chitarra) e un leggero cambio di rotta, o quantomeno di riferimenti stilistici, nella musica.

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Au – Both Lights (Leaf, 2012)

Un magma musicale assurdo permea il lavoro di questi ay-yoo, progetto di Luke Wyland e Dana Valakta da Portland. Un gorgo sonoro iniziale (Epic) dai risvolti quasi math, tra pop e Battles che cede il passo ben presto ad un musica corale, da grandi numeri, che, è vero, strizza l’occhiolino al Canada e alla psichedelia prendendo le distanze però dai contesti da stadio degli ultimi Arcade Fire (in Solid Gold credo ci sia la comparsata di Colin Stetson) ed avvicinandosi ad atmosfere che a tratti (Get Alive) ricordano i deliri lirici dei Parentethical Girls (di Portland come gli stessi AU e non a caso forse).

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