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Lite – Illuminate (Transduction, 2010)

Il perché la Transduction sia così ossessionata dai gruppi post/math-rock giapponesi mi è oscuro, resta che il livello tecnico e delle registrazioni è sempre a dir poco impressionante, tanto che per questo lavoro hanno sfoderato John McEntire dei Tortoise e J Robbins dei Jawbox, scusate se è poco. I Battles hanno fatto scuola, certamente, ma qui si parte da prima, il suono anche se aggiornato con alcuni campionamenti rimane quello di etichette come la Ohio Gold, la My Pal God e in quella specie di area grigia che faceva sì che certo emo core molto evoluto ed il post (o math rock che fosse) venissero incontrandosi.

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Lite – Phantasia (Transduction, 2008)

Prima una precisazione dovuta, visto che a questo punto, dopo aver ascoltato almeno tre uscite della Transduction, ho iniziato a pensare seriamente che sia una delle poche etichette ad occuparsi di math/post-rock con una scuderia veramente interessante, quindi se amate il genere vi consiglierei di dare un orecchio al loro catalogo. Etichetta irlandese e gruppo giapponese, che per la Transduction non è per neppure una cosa inedita dato che aveva già stampato quel bel dischetto Mikabe degli Z (che per altro erano i There Is A Light That Never Goes Out).

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Lite – Filmlets (Transduction, 2007)

I giapponesi hanno una cultura che non sono mai riuscito a capire bene: riescono a inglobare elementi dall'esterno in modo incredibile e poi quando te li risputano fuori trovano sempre il modo di aggiungere qualche cosa di speciale, ma mai nel modo in cui te lo aspetteresti. I Lite non fanno eccezione: il loro math rock debitore alla Chicago dei novanta è naturalmente eccellente nel rifare tutti gli stilemi del genere: ma per fortuna non si fermano lì e tirano fuori dal sacco qualcosa di più.

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