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Black Pus – 05/10/13 Interzona (Verona)

La stagione dell’Interzona, che si annuncia ricca di bei nomi, si apre con quel Brian Chippendale che, a cinque anni dal devastante concerto dei Lightning Bolt, torna sul luogo del delitto col suo progetto solista Black Pus. Mi chiedo se pochi siano al corrente di chi si nasconda dietro questo nome o se, pur sapendolo, non siano interessati a questa versione dimezzata della band di Providence, dato che il pubblico è di gran lunga inferiore alla storica serata di un lustro fa. Noi comunque ci siamo e questo è quello che conta.

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The Days Are Blood – S/T (Autoprodotto, 2013)

Ci sono duo strumentali e duo strumentali. Fatto salvi quelli dediti all’improvvisazione radicale che in linea di massima, lo sapete, ci piacciono assai, buona parte degli altri sulla piazza inseguono ancora formule matematiche scadute o il suono di San Diego dei ’90. Per carità, sui dischi della Three One G e dei Lightning Bolt ci siamo fatti le pippe tutti, ma adesso che sono passati gli anni sarebbe forse il caso di smetterla e dedicarsi a pratiche più appaganti. Ci sono però anche alcuni intraprendenti che battono strade non scontate: The Days Are Blood sono fra questi.

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The Great Saunites – Delay Jesus ’68 (Hypershape/Il Verso Del Cinghiale, 2011)

Vengono da Lodi i Great Sautines, sono in due, basso, batteria e niente voce, e se ne escono con un disco d'esordio il cui impegnativo titolo evoca i Can. Il confronto però si chiude qua, battendo il duo strade diverse rispetto alla formazione teutonica, sebbene un certo spirito di ricerca che rifugge l'osticità gratuita potrebbe essere un tratto che accomuna i due gruppi.

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