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Miss Massive Snowflake – Songs About Music (Wallace/North Pole, 2010)

Mr. De Leon qualcuno di voi se lo ricorderà per i Rollerball, come molti di voi sapranno questo è il suo nuovo gruppo e per chi di voi non lo sapesse ancora i Miss Massive Snowflake sono al secondo album. Qualche avvisaglia del nuovo disco l'avevano già data nel 10" split uscito per la serie Phonometak. Dal primo disco il suono del gruppo si è andato raffinando e da quel che ricordo la formazione si è allargata, e fra gli altri vedo in line up un Bill Horist (ottimo chitarrista sperimentale già in forza ai Rollerball, ai grandissimi Master Musicians Of Bukkake ed altri) ed una serie di altri freakketoni che poi ricompaiono nella sconclusionatezza delle foto interne al digipack.

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softone

The Softone – These Days Are Blue (Awful Bliss, 2008)

La Awful Bliss è un'etichetta carrarese-napoletana sorta da poco, eppure già con radici ben piantate nel nostro piccolo mondo sotterraneo fatto di autoproduzioni e capolavori impoverati per pochi eletti. Una sorta di sorellina minore della Homesleep, con una forte propensione a guardare oltreoceano, sia nelle sonorità che nell'attitudine. These Days Are Blue, primo disco di questi Softone, progetto gravitante attorno all'orbita del cantautore Giovanni Vicinanza, nè è un esempio più che valido.

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Sabo

Sabo – 8 Saisons à L’Ombre (RuminanCe, 2007)

Potrebbe tranquillamente, questo disco, essere la colonna sonora di un affascinante viaggio nella penombra di un milieu fantastico, la mala francese degli anni '50, tutto gangster, baiaffe, poules e caids. Un noir di duri le cui scene scorrono in uno slavato bianco e nero con immagini di baveri tirati su e attività clandestine poco chiare sullo sfondo. Un affresco di una storia troppo presto dimenticata, affogata dalla fine del romanticismo. I Sabo, non troppo differentemente da altri epigoni contemporanei, rileggono una tradizione rapidamente abbandonata con quel bello stile che abbiamo reimparato dai più curiosi autori d'Oltreoceano. Evidentemente non siamo dalle parti del repecheage di sonorità balcaniche, ma ci muoviamo su quell'assito tradizionale di chitarre acustiche contrappuntate da organi e chitarre elettriche che fecero la fortuna delle colonne sonore di fine anni '60, primi '70, del secolo scorso.

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AA.VV. – The Toysound Of Earsugar (Earsugar Jukebox, 2005)

Come si evince da alcuni miei scritti, che sicuramente non passeranno alla storia, sono un drogato di 7". Ma, nella mia ricerca, raccolta, collezione poche volte mi sono scontrato con le Singles Series. Strano ma vero. Ma non mi piace comprarmi in anticipo l'intero blocco di uscite, ricevendole a poco a poco. Allora mi diverte di più venirne in possesso ad anni di distanza. Tra le poche serie da me possedute ci sono quelle della Gringo, quella della Chè, qualcosa della Johnson Family e direi forse nient'altro per intero. La raccolta, quando la guardi nella sua interezza è un po' la nonna della compilation su CD, forse solo la madre. Lasciam perdere gli mp3, buoni soprattutto per un articolo dell'illustre sig.Turra.

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