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Erdem Helvacioglu – Wounded Breath (Ancourant, 2009)

Altro gradito ritorno, infatti come qualcuno di voi si ricorderà avevamo recensito questo compositore turco in occasione del suo lavoro su New Albion (e scusate se è poco). Viste le credenziali ed il fatto che si trattava di un bellissimo lavoro ero curioso di vedere che cosa avrebbe potuto combinare con questo nuovo lavoro: oltre a non deludere le mie aspettative Erdem Helvacioglu le ha superate brillantemente. Se nel lavoro su New Albion il suono, oltre ad uniformarsi a molte cose dell’etichetta, risultava molto vicino a quello di molte colonne sonore composte da gente di livello, ora il background di musica elettronica del turco emerge prepotentemente.

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U.S.O. Project – Inharmonicity (Synesthesia, 2008)

A volte ci sono cd che ci impiegano un po' più tempo di altri per essere fruiti e per quanto si tratti di una cosa scontata, a volte tocca davvero appiccicarselo in fronte a mo' di memorandum. Questa premessa forse non è neppure appropriata per il disco di U.S.O. Project, ma state pur certi che non è roba per chi si ascolta l'elettronica da cocktail o quella stile carta da parati (con tutto il rispetto per la categoria e per gli arredatori…), allo stesso tempo non si tratta neppure di una mattonata alla Stockhausen che senza un buon training autogeno non si affronta, diciamo che in un certo senso è un po' a metà strada fra l’elettronica da conservatorio e certi tipi di sonorizzazione degli ultimi dieci anni.

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