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Plaster – Platforms (Kvitnu, 2011)

Vi ricordate di Kaeba? Io sì, si trattava di un esordio in ambito elettronico di un ragazzo piuttosto giovane, l’avevo recensito su questa stessa webzine. Per il sottoscritto risultava evidente che si trattasse di uno con delle ottime qualità e credo che questo progetto che lo coinvolge confermi quanto già scritto. Gianclaudio Hashem, infatti, rappresenta il cinquanta per cento del duo condiviso con Giuseppe Carlini (che avevo già sentito nominare come Agan) con cui evidentemente ha trovato un’ottima sintonia, dato che sia sotto il profilo sonoro che sotto quello compositivo l’amalgama funziona splendidamente.

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MDF – Horvs (Farmacia901/MidiD’unFaune, 2010)

Insieme alla splendida uscita di Kaeba, Farmacia901 insieme a MidiD'unFaune licenzia questo disco degli MDF che esce con grafica corredata di blocchetto di legno serigrafato in bustina. Bizzarria o no della grafica, si tratta comunque di un materiale e di una serie di immagini molto affini al disco, in un certo modo mi ricorda il monolite in legno raffigurato sulla copertina del disco Kaspar Brotzmann/Page Hamilton. In questo caso però non si tratta di pesantezza come massa sonora, Horvs più che altro sembra sospeso fra installazione digitale e musique concrète, da una parte una serie di frequenze e di suoni digitali taglienti che quando vanno in affondo sembrano delle vere e proprie coltellate, dall'altro certi suoni simil concreti sembrano riportare ad una dimensione real time, estemporanea: oggetti e ambiente sonoro che prendono vita.

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Kaeba – Lanurek 5.0 x 100 (Farmacia 901/Bugdate/Kaeba, 2010)

Proprio l'altro giorno pensavo a quanto questo Paese di "vecchi" (sia chiaro: per forma mentis e non per età!) e di superficial-giovani (alla base della cui educazione, comunque, presiedono direttamente o indirettamente dei "vecchi del cazzo"), trovare del talento così smaccato come in questo disco sorprende ed esalta. Tanto da far tenere le dita incrociate perché questo poco-più-che-ventenne non si bruci e non scompaia nel vuoto. Si tratta di un disco di elettronica più o meno sperimentale, a suo modo quasi ambientale e che ricorda alcuni lavori su questo stile assemblati da gente uscita dal giro IDM e riciclata nella sound art più morbida.

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