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Encode – Core (Ghost, 2011)

Incollati a piedi saldi negli anni '90 ma con voglia di rimettersi in pista, dopo un esordio  di ben 8 anni fa (sempre sotto Ghost, dal titolo Singing Trough The Telescope), tornano gli Encode, gruppo che oramai è confluito in una sorta di piccolo collettivo. La band è cresciuta dopo vari cambi di formazione, nuovi ingressi e qualche fuoriuscita e con le linee guida del progetto sempre nelle mani del trio Laudati/Monaci (ex Frozen Fracture)/Diurni e Cajelli (questi ultimi sezione ritmica degli Enter K). Come leggo dalla press sheet, si spinge molto su frasi altisonanti del tipo: “un disco per cui un personaggio come Brian McMahan (Squirrel Bait, Slint, The For Carnation) non avrebbe alcuna remora a lanciare elogi ed applausi” e si nota pure (e ciò è naturale) come le aspettative del gruppo siano davvero notevoli per questo ritorno.

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Twenty Miles To Mother – S/T One Sided 7″ (Hanged Man, 2010)

Con colpevole ritardo ci occupiamo dei Twenty Miles To Mother gruppo che, nato dalle ceneri dei salentini  Suburban Noise e dopo aver inciso un demo massacrato su altre webzine di rock italiano (la voce non era sufficientemente "maschia", c'era scritto), ci prova con un debutto 7” one side in vinile in edizione limitata a 200 copie. Due pezzi due che lasciano il segno, ascoltati così a bruciapelo e che sembrano catapultati fuori dal tempo, da un suono tipicamente anni '90, fatto con perizia e gusto. Sarà un genere anche invecchiato, ma ciò non è certo  colpa loro, anzi magari di qualche giovane che ci prova a reinventarlo, arrivando al risultato opposto in termini di spontaneità.

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