Downfall Of Gaia – Epos (Shove et al., 2011)

In quest'anno scolastico la Shove ce l'ha messa tutta per arrivare a giugno con il massimo dei voti e per quel che ci riguarda non abbiamo certo problemi a segnalarla fra le prime della classe, soprattutto vista la qualità degli ultimi lavori. Se con gli americani Protestant vagavamo in territori hardcore post crust, con i Downfall Of Gaia rimaniamo comunque in un ambito che in cui i tedeschi (anche storicamente) hanno sempre dato meglio: il catastrofico. Questo combo teutonico infatti ha messo insieme un disco devastante in cui doppia cassa, voci urlate a rotta di corde vocali e chitarre con riff quasi black metal non lasciano prigionieri.

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Dyskinesia – L’Ultimo Giorno (Centre Of Warm/Frohike/Creative Fields, 2008)

In tutta onestà sulle prime avevo un po' snobbato i Dyskinesia, credendo si trattasse del solito combo hardcore che si era impallato per qualcosa di diverso grazie all'influenza di Hydra Head, Converge, Relapse e Southern Lord. Non che ci sia nulla di male in questo, ma vuoi per età, vuoi un po' per ruolo, parto sempre sulla difensiva.

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Grey Machine – Disconnected (Hydrahead, 2009)

Torna a dedicarsi al rumore Justin Broadrick, dopo le alterne vicende del progetto Jesu. Lo fa raccogliendo attorno a sé il fido Diarmuid Dalton (già collaboratore dei Godflesh e ora nei Jesu) alla batteria, Dave Cochrane (ex God e Head Of David, ora nei Transitional) al basso e Aaron Turner (Isis e vari altri) alla chitarra. Una serie di nomi importanti, ma è palesemente Broadrick, con l'umore dei tempi peggiori (il che è un bene), a condurre le operazioni, un salutare allenamento in vista della riformazione dei Godflesh prevista per l'Hellfest di quest'anno.

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