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Buzz Aldrin – S/T (Unhip/Ghost, 2010)

Un gruppo di cui mi sembra che si sia parlato e che si parli parecchio, un po' perché avevano fatto uscire una cassetta per l'etichetta di mr. Jukka Reverberi dei Giardini Di Mirò e poi per essere usciti su due etichette indie di primo piano come Unhip e Ghost. Almeno per una volta parlerei di clamore meritato, infatti pur non inventandosi nulla i Buzz Aldrin hanno quel Supertouch millantato in un celebre pezzo dei Bad Brains. Post-punk anglofono e anglofilo di quello che gli americani stessi scimmiottano ma che trae la sua origine nel Regno Unito e sfido chiunque a dire il contrario (comunque per chi mi vuol sfidare, mio zio Alfredo "c'ha l'ape car truccato").

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Replace The Battery – Daily Birthday (In The Bottle, 2010)

Proprio dopo aver finito la recensione dei Ka Mate Ka Ora ecco che ci imbattiamo nei padovani Replace The Battery, nome non nuovo, li ricordo quasi un lustro fa dal vivo, dove proponevano in modo convincente quel post rock coi crescendo che già allora, condito in mille salse, stava risultando parecchio indigesto. Insomma c'è stato un momento in cui le cover band sotto falso nome dei Mogwai hanno invaso mezza penisola. Al di là di tutto si notava come gruppi come questi RTB e gli emiliani Niker Hill Orchestra avessero ancora qualcosina da dire a proposito, perlomeno dal vivo. Oggi come oggi sarebbe davvero dura risentire questi suoni quando già i riferimenti stanno accusando tantissimo il colpo e il tempo, dai Mogwai stessi agli epigoni americani, Explosions In The Sky o This Will Destroy You che siano.

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…un quadro di Giacomo Spazio

…il titolo di quest'intervista si riferisce a inventario dei La Crus e la menzione non è per nulla casuale: Giacomo Spazio, in contemporanea con la sua carriera da artista è stato fondatore della Vox Pop, della Cane Andaluso, poi grafico, musicista (fin troppo sottovalutato http://www.discogs.com/artist/Giacomo+Spazio), "agitatore culturale", manager, tramaccione, ideatore e forse leggendo vari passaggi dell'intervista… anche casinaro a vario titolo. Spazio è una delle chiavi di volta che ha retto il circuito indipendente italiano fra anni '80 e '90, non a caso la sua storia si intrecci inestricabilmente con quella di gruppi come Afterhours, Carnival Of Fools (pre-La Crus), Casino Royale, alla libreria Calusca di Primo Moroni, alla Shake, a Rumore ma anche a molto indie più o meno recente come Giardini di Mirò, Alessandro Raina, Milaus giusto per citarne alcuni. Ma ciò che più importa, il suo vigore ed il suo egocentrismo quasi adolescenziale dimostrano ancora più che le sue parole, quanto ci tenga a sottolineare di esser vivo "hic et nunc" perché come diceva qualcuno, al di là del passato, "il tempo è ora"…

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Ocean Music

Ocean Music

O del perdersi e ritrovarsi quando passano le glaciazioni e le ere si consumano come noccioline al circo.
Era il 2003, come dire tanto tempo fa. Internet, si beh ok, lo usavamo. Ma era diverso. Come dire poco sfruttato, elitario, un po' snobby. Ma non piangiamo sul latte versato. Sapete com'era, no? I vostri fratelli più grandi ve ne avranno parlato. Era il 2003 e non ricordo per quale incrocio riuscimmo a portare Paolo di Komakino, una delle migliori fanzine a cavallo del millennio in Italia e uno dei migliori portali oggi per aprirsi il cervello a input buoni, a suonare a Genova. Paolo all'epoca interagiva con Christy Brewster in un duo che si mandava le registrazioni a mezzo posta e implementando i suoni, allora così demodè, della chitarra shoegaze del laziale alle sviolinate e alle voci eteree della scozzese. Con loro, stipati in macchina, un coadiuvatore a sei corde di provenienza mediterranea e un magrolino personaggio francese. Christophe si presentò come il label owner della Ocean, l'etichetta francese che avrebbe di lì a poco editato il disco.

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