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Dashboard Confessional – Dusk And Summer (Vagrant, 2006)

Dopo lo sconfortante Sound The Alarm dei Saves The Day, anche Chris Carabba (già nei Further Seems Forever) getta alle ortiche quel poco di buono che ci aveva offerto con album come l'acustico The Places You Have Come To Fear The Most e il più rock A Mark, A Mission, A Brand, A Scar, per molti una versione ancora più facilona e accessibile degli ultimi Death Cab For Cutie. Il valore aggiunto di una band come Dashboard Confessional è sempre stato minimo: snobbati, se non proprio presi per il culo, da molti autorevoli colleghi (penso a Conor Oberst), testi a presa diretta a volte troppo superficiali (se confrontati con quelli di Bright Eyes, ad esempio) contenenti tutti, ma proprio tutti, i più abusati luoghi comuni di una relazione amorosa.

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Rocky Votolato – Makers (Barsuk, 2005)

Ecco una gatta da pelare. Rocky Votolato (myspace qui) – da Seattle – si può inquadrare in quella folta schiera di gente con un background emo (prima infatti militava nella band emo Waxwing) che, da qualche anno a questa parte, si diletta ad imbracciare una chitarra acustica spiegandoci come l'amore sia l'unica risposta. Pitchfork, a priori come sempre, stronca miseramente queste velleità folk dall'alto dosaggio emozionale che strizzano l'occhio all'easy listening e quindi – come già fece con New Amsterdams (veramente brutto l'ultimo Story Like a Scar a differenza dell'album liberamente scaricabile Killed Or Cured) e Dashboard Confessional (Chris Carabba dei Dashboard tra l'altro è pure un amico di Rocky)- non ha risparmiato neppure Votolato.

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