Robanera – Meco Discordia (Shove, 2013)

Pezzi avviluppanti quanto le spire di un pitone che ti si cementifica intorno alla gola fino a diventar pietra. E stavolta i Black Flag ci sono davvero: malevoli e strazianti come non mai. La band di Greg Ginn fu forse la prima a disossare i sabbat fino a farne polpette avvelenate di sludge: il sottogenere più senza speranza e claustrofobico che uomo abbia mai abortito. In questa sublime declinazione dovreste immaginate Rollins in facepainting per avere una pallida idea del mood che riesce a sprigionare la band in questi otto pezzi.

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Abysmal – The Plague/Bleak Serenades/333 EP (Autoprodotto, 2007/2008)

In un epoca di sovraesposizione, di vendita, di mercificazione dell'orrore, di prostituzione mediatica ed estremo decadimento intellettuale, fa grande piacere scoprire chi ancora lavora per sé stesso e la propria crescita interiore. Il percorso del milanese Ilario Cellon, one-man-band del progetto Abysmal, è rigorosamente scollegato dagli sterili schemi/dogmi che imperversano su (ormai) qualsiasi prodotto artistico di oggi. Il black metal da lui concepito si fonde plasticamente in uno strano connubio con il post-rock strumentale degli anni novanta (soprattutto The Plague) portando l'ascoltatore ad una catarsi spirituale che inevitabilmente riporta al postulato isolazionistico accennato in apertura.

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Bulldozer – Unexpected Fate (Scarlet, 2009)

Era una vita che aspettavo il ritorno di Ac Wild ed Andy Panigada (Dove è finito Rob K Cabrini?!). Più o meno dal meraviglioso epitaffio in studio di Neurodeliri (1988), sicuramente il vertice assoluto della band meneghina. Tengo a sottolineare l'uscita di scena in grande stile del power trio, al massimo dello splendore, con il fantastico Alive… In Poland (1990) che sanciva definitivamente la maturità di chi avrebbe ispirato decine e decine di formazioni black scandinave e non. Come prova andate a leggere la scelta dei pezzi nell' album compilation di Fenriz/Dark Throne (Fenriz Presents… The Best of Old-School Black Metal) del 2004. Sentimentalismi a parte, il nuovo lavoro riprende perfettamente il discorso interrotto oltre vent'anni orsono.

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Spite Extreme Wing – Vltra (Avantgarde/Masterpiece, 2008)

Ritorna per quello che sembra un epitaffio l"'ultima ala dello sdegno". Un album nero, innovativo, con un suono privo di decorazioni, ma non per questo scarnificato o frettoloso. La cura e la dedizione del prodotto è ancora una volta encomiabile, debitore di un gusto chitarristico verso la melodia fondamentalmente antitetico al black più tradizionale.

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