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Chris Brokaw – Gambler’s Ecstasy (Damnably, 2012)

Come accennato qualche recensione fa a proposito di Geoff Farina e altre vecchie glorie, la Damnably, in Europa, sta diventando una sorta di parco naturale, una riserva protetta dove nomi più o meno grossi e pionieri del passato del rock indipendente americano (inteso più come genere che come collocazione geografica) a cavallo tra il vecchio e il nuovo secolo, possano oggi trovare la giusta tranquillità per continuare a fare quello che loro riesce meglio, senza cadenze temporali precise e senza nessuna pretesa di reinventare qualcosa, rispetto magari ad altri progetti di più ampio richiamo a cui comunque gli stessi partecipano o continuano a partecipare.

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Heliogabale – Blood (Les Disques Du Hangar, 2010)

Un gruppo particolare gli Heliogabale, di cui avevo del vecchio materiale ma che era un po' che non sentivo nominare: si tratta di indie rock ma d'ampio respiro, come era lecito aspettarsi dai francesi qualche anno fa: non noise rock canonico ma indie che si sviluppa da quel tipo di discorso, non robetta sciacquata e slavata filo-americana senza un minimo di spina dorsale.

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