Cris X: l’eminenza grigia dei Lendormin prende il largo in solo

Neanche troppi anni fa c’erano i Lendormin: a me era capitato di incontrarli nella serie P.O. Box della Wallace con cui Mirko Spino aveva messo insieme alcuni dei migliori demo che gli erano arrivati nella casella postale. A dimostrazione del buon fiuto di Spino, fra i nomi di quei CD si incontravano Claudio Rocchetti, Sedia, Taras Bul’ba e appunto i Lendormin, in cui Cris aveva un ruolo importante. Si trattava di un gruppo piuttosto anomalo, una specie di collettivo aperto, fra sperimentazione, musica free e pura essenza freak, che produsse una pletora di CD, CD-R, collaborazioni (ad esempio quella con il romano DBPIT) e tracce isolate su raccolte. Poi succede che, come in molte storie, ognuno prenda la propria strada e Cristiano Luciani diventi quel Cris X che, nel giro di tre anni, ci ha regalato due split su vinile con Maurizio BianchiMerzbow e diverse collaborazioni con Keiko Higuchi, Sachiko ed infine KK Null (che già aveva incrociato le manopole del mixer con Deison per un disco splendido).

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Hobocombo – Plays Video Days (Trovarobato, 2011)

Una piccola cosa questo EP in download gratuito degli Hobocombo, ma che merita una segnalazione, sia per la scelta delle cover, sia per il modo in cui vengono eseguite. Se infatti abbiamo conosciuto il terzetto come cover band (per quanto sui generis) di Moondog, mai ce li saremmo aspettati alle prese con estratti della colonna sonora di un leggendario documentario sullo skate.

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Gian Luigi Diana – Cristalli Sonori (Setola Di Maiale, 2011)

Se per alcune uscite del catalogo della Setola possiamo indubbiamente parlare di jazz, per dischi come quello di Gian Luigi Diana, si tratta di musica che se dal jazz prende le braccia, cuore e testa sono situati altrove. Credo che parlando di lavori come Cristalli Sonori, sia inevitabile dire che si tratti di musica contemporanea, il che, come credo immaginerete, sostanzialmente significa tutto e nulla, ma vi basti sapere che se con la musica che ha reso celebri Coleman e Coltrane spesso viene in mente un locale fumoso con le luci fioche e parecchio sudore, in questo caso la location ideale si troverebbe in un museo o in una sala da concerto, con le luci rigorosamente spente.

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