Bachi Da Pietra – Necroide (La Tempesta/Wallace/Tannen, 2015)

Per il sesto album i Bachi Da Pietra abbandonano i giochi di parole numerici – che da Tarlo Terzo ci avevano accompagnati fino a Quintale – e optano per un altrettanto polisemico Necroide che, associato alla copertina afro-tribale, si espone a tutta una serie di rimandi e sembra riecheggia il Dälek di Negro Necro Nekros. Direi che la cosa è tuttavia casuale, tanto più che i brani con influenze black mi sembrano i meno significativi. Qui si racconta un’altra storia, quella di un disco nato sotto il segno di Marte e Plutone.

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Sleepmakeswaves – …And So We Destroyed Everything (Monotreme, 2013)

Questo è un album di debutto. Incredibile pensarlo tale, vista la maturità sonora che il quartetto di Sydney in questione sfoggia: otto pezzi – tutti di lunghezza ragguardevole – che inneggiano al post-rock di grandi nomi come Explosions In The Sky o Sigur Ros. Atmosfere musicalmente morbide e rarefatte dove i padroni sono archi e tranquillità, che si trasformano, nello spazio minimo di una battuta in un attacco sonoro molto potente con chitarre distorte, accessi di elettronica e, ovviamente in crescendo, una batteria serratissima.

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Loimann – Towards Higher Consciousness (One Voice, 2010)

A dispetto dell'artwork gotico e post-industriale, il combo torinese, ormai attivo da diversi anni, presenta una sorta di sludge/stoner che proprio nelle parti più overdrive e palustri spicca, se non per originalità, quantomeno per il coraggio di proporre qualcosa di più avventuroso del solito doom cotto e stracotto da oltre quarant'anni. Del resto, la scena metal, italiana e straniera, non é mai stata tanto produttiva ed in evoluzione quanto oggigiorno.

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