The Star Pillow/Larkian – Split Tape (Dead Vox, 2016)

Due uomini armati di chitarra si dividono i lati di questo nastro della svizzera Dead Vox e danno un saggio sull’uso espressivo dello strumento. Sulla prima facciata Paolo Monti, alias The Star Pillow, si cimenta con due brani che mettono in luce le anime che caratterizzano le più recenti uscite discografiche del progetto. Nonostante il titolo insolitamente minaccioso – Ti brucio La Casa – la prima traccia è un lungo excursus di drone-folk liquido e dilatato che tocca vette di notevole lirismo: a placidi momenti dove gli effetti moltiplicano nello spazio i rari tocchi sulle corde si contrappongono sequenze dove il suono si addensa assumendo accenti più drammatici e a tratti quasi sacrali, finché sul finale l’elettronica prende il sopravvento e fa naufragare tutto. È questo un pezzo ispiratissimo – a memoria uno dei migliori nel repertorio del musicista toscano – che ha l’unico difetto di fare un po’ sfigurare If The Sky Was Burning, placido soundscape che si stende morbido e, pur andando sporcandosi verso la fine, ci culla senza eccessivi sussulti. Il lato opposto sfoggia un suono massimalista e malinconico, a tratti quasi da colonna sonora. In May It Feed Your Soul Cyril Monnard (l’uomo dietro il moniker Larkian) sovrappone, su un fondo di rumore, tracce di chitarra in un lento crescendo che arriva ad occupare quasi ogni frequenza disponibile. La seguente Tashkin adotta uno schema simile partendo da un drone su cui si appoggia una ripetitiva melodia che lentamente muta in un bordone ambient che non riesce ad elevarsi come potrebbe per via di un insistente sfrigolio elettrico che lo inchioda a terra. Il lato di una cassetta non è sufficiente per godere pienamente dell’arte dei due progetti, ma può essere un buon biglietto da visita se vi avvicinate alla loro arte per la prima volta. In caso contrario la cassetta è consigliato per la qualità dei brani, ma se conoscete i due artisti questo lo sapete già.