Squadra Omega – Altri Occhi Ci Guardano (MacinaDischi/Sound Of Cobra/Outside Inside, 2015)

È stato un periodo assai prolifico quello appena trascorso per  la Squadra Omega, che ha portato all’uscita di ben tre dischi uno dei quali, quello di cui parliamo qua, doppio (ma disponibile anche in CD). Il grande formato consente di mettere in mostra le tante anime del gruppo – rock, jazz, krauta, impro… – mentre lo studio di registrazione permette di rispolverare l’assetto con due batterie che dal vivo non abbiamo purtroppo più ascoltato e che è un piacere ritrovare.
Altri Occhi Ci Guardano è, a suo modo, un album semplice, costruito su atmosfere azzeccate, melodie vincenti, un bel tiro e un’ispirazione retrò ma senza eccessivo passatismo. Si parte subito bene con un primo lato dove giganteggia una Sospesi Nell’Oblio caratterizzata da ritmica serrata, synth insinuanti e chitarra a ricamare melodie che, specie il refrain, potrebbero andare avanti all’infinito senza stancare. A farle da valletti sono le sonorità cupe e free de Il Buio Dentro e quelle più rilassate de La Nube di Oort, tutta tastiere, elettronica e batterie improvvise. Da qui in poi ogni facciata avrà almeno un pezzo da ricordare, con solo l’ultima un po’ in tono minore: sul lato B è dura scegliere fra il sax in libertà de Il Labirinto e i battiti intricati in crescendo, inseguiti dalle sei corde, di Sepolto Dalle Sabbie Del Tempo; nel terzo Il Grande Idolo, apoteosi di sax free, ritmi a profusione e melodie etno che, ancora una volta, non vorremmo finissero mai, oscurano i gradevoli arpeggi acustici di Hyoscyamus. Il quarto lato, dicevamo, col dilatato rock blues funkeggiante del brano eponimo e un altro pezzo acustico è il meno incisivo, ma il disco ha già dato molto e davvero non è lecito chiedere di più. Quasi settanta minuti che scorrono rapidi regalando momenti di intenso piacere, non solo agli amanti del genere. Che genere? Bella domanda… questa è musica ubiqua: sta in tanti generi contemporaneamente.