Sqaramouche – Tutu (Nonine, 2011)

squaramousche

Concepito e ideato in Sicilia nell’estate del 2010, in un clima immaginiamo assolutamente rilassante, Künstler Geer Mussert aka Subsequent, produttore e dj olandese e Me Raabenstein, produttore e compositore tedesco, finalizzano il secondo album Tutu nelle sede berlinese degli Squaramouche. In ambito di sperimentazione il suono, ad un primo approccio, sembra confondersi nel mare dei suoni chill out o hip hop sporcato di dub con qualche accenno latino o jazz. Una cosa adattissima per fare due chiacchiere nel locale più  di tendenza della Oranienstraße di Berlino o al Flex Club di Vienna prima di vedere il konto. Emerge tuttavia una cura assoluta per i suoni, per le miscele che alternano minimalismo e sonorità sporcate, si prenda Last Ditch, che termina come fosse un mantra/canto tibetano prodotto però da strumentazione elettronica. Un facile, per quanto cerebrale, ascolto che cela un’inquietudine sottotraccia: dall’ingarbugliata Pzazz, con innesti vocali, frammenti incomprensibili di un uomo e donna, alla base che stenta a decollare di Aspen Bite. Un giro caldo, rotondo quanto ruvido, che prende forma piena in Primogenitor e Homunculus, pezzi che osano un (down)beat che sembra un attimo uscire da un’aurea di intimità e rigore sperimentale a cui il duo si attiene con estrema disciplina, prendendo spunto da basi dub e hip hop ridotte ad uno scheletro danzante e disarticolato. La freddezza meccanica, la precisione teutonica e il tepore piacevole di una giornata estiva siciliana ottimamente miscelate insieme?