Rage Against The Sewing Machine Vs. Indch Libertine – S/T (Suonigrezzi, 2010)

ratsm_vs_indch_libertine

Del duo bolognese delle Rage Against The Sewing Machine avevamo già avuto occasione di parlare in occasione del Tago Fest: harsh noise rigorosamente analogico fra pedalini, voci campionate e ovviamente, macchine da cucire, avevano regalato una delle esibizioni migliori del festival. Mi avevano talmente convinto da spingermi ad acquistare questa loro cassetta, reigstrata in collaborazione con l’altrettanto rumoroso concittadino Indch Libertine.
Copertina a tema (la vedete nella foto) e contenitore in plastica pasticciato con pennarelli e pastelli, in modi e gradi diversi per ogni copia, lasciavano immaginare quale fosse il contenuto, visto anche quello che della collaborazione si può ascoltare su Youtube. To Appreciate The Benefits Of A Reasonable Industrial Camping, il brano che occupa la prima facciata si apre con l’Hallelujah di George Frideric Händel che fa da intro al Dies Irae di Giuseppe Verdi; il resto sono altre arie operistiche. To Appreciate The Benefits Of A Reasonable Industrial Camping (Adult Version), sull’altro lato, segue lo stesso identico schema, ovviamente con altri pezzi. Quindi? Un errore di copiatura della cassetta o uno scherzo… dadaista? In fondo, una cosa del genere è l’opposto di 20 Jazz Funk Greats dei Throbbing Gristle: là copertina accettabile e musica improponibile, qui copertina industrial e musica ascoltabile. Propenderei più per la seconda ipotesi, ma non v’è alcuna certezza. Come dite? Ho rovinato la sorpresa? Ma no… In fondo, qui si parla solo della mia copia. Magari su altre ci sono effettivamente le due versioni di To Appreciate The Benefits Of A Reasonable Industrial Camping, brano di noise-industrial in collaborazione fra Rage Against The Sewing Machine e Indch Libertine, o almeno ce n’è una, sull’altro lato l’operetta, magari brani diverse da quelli che ho io. Forse il grado di rovinatura del contenitore rivela qualcosa del contenuto (io ho preso quello più pasticciato, ma c’erano altri che lo erano molto meno). Insomma, ci sono ancora un sacco di possibilità. Come diceva quella vecchia checca di William Burroughs: “Nulla è vero, tutto è permesso”.