Paul Beauchamp – Sala B: Rupture (Chew-Z, 2009)

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Lo so, è stupido, ma da quando la Chew-Z oltre ad avere le netrelease in download gratuito sul sito rende disponibili le stampe, con tanto di copertina extralusso e grafica, sul CD mi sembra che abbia fatto un gran passo in avanti. Se al nuovo formato delle uscite aggiungete che si tratta anche di gente come Paul Beauchamp o altri, credo che la dica lunga su quanto la lebel a quanto pare non sia fatta così tanto per darsi un tono. Beauchamp ricorda fin dalla grafica la sua appartenenza al giro dei al Larsen ma soprattutto Blind Cave Salamander etc., anche se poi musicalmente si tratta di tutt'altra roba.
Sala B: Rupture infatti è un disco ambient elettronico a tutti gli effetti, drones morbidi talvolta tagliati da suoni acuti digitali, oppure tappeti simil tastiera ma senza mai essere kitsch o prog-kraut dei poveri (per non dire new age). Si tratta di un disco scolastico e molto semplice, ma allo stesso tempo di un lavoro molto efficace, in cui Beauchamp ricorda che a volte basta poco per far fare un viaggio e che ci sono drones e drones. Questi ventotto minuti scarsi di suoni eterei mi hanno ricordato alcune vecchie cose del giro Kranky ed in particolar modo gli Stars Of The Lid dei primi tempi, solo leggermente più asciutti. l'unica traccia che forse si discosta un po' dal resto del lavoro è la conclusiva Gullinkambi dove il torinese acquisito va sul glaciale soprattutto per ciò che concerne il finale. Un lavoro semplice ma ben fatto.