Patton – Hellénique Chevaleresque Récital (Matamore/Prohibited, 2009)

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Mi ricordavo dei belgi Patton dai tempi di JR For Jaune Rouge, del 2000, spigoloso disco noise decisamente interessante, per cui la sorpresa di ritrovarli dopo ben nove anni con un nuovo disco è davvero tanta. A questa poi si aggiunge il fatto che ascoltando il CD si scopre che il suono del gruppo è radicalmente cambiato. Abbandonate le chitarre elettriche e le rumorose scansioni proto-Schellac, i due fratelli Max e Sam Bodson, sono approdati ad un suono acustico, arricchito di lievi inserti elettronici, certe atmosfere potrebbero ricordare The Books, se non fosse che qui non si gioca tanto su campionamenti e su tecniche di taglia e incolla, che sono completamente assenti, quanto piuttosto su delicati e complessi intrecci di accordi.
L’approccio della chitarra acustica ha qualcosa che mi ricorda John Fahey e Robbie Basho, sarà per un certo qual tocco blues appena accennato, o per gli arpeggi che spesso rasentano ambientazioni folk, anche se di disco folk a tutti gli effetti non si può parlare. E’ un suono malinconico e allo stesso tempo teso, mi vengono in mente anche affinità con David Grubbs e i Gastr Del Sol, ma nonostante i paragoni, non risulta affatto derivativo, le composizioni hanno sempre ampi margini di originalità. L’umore generale del disco è difficile da inquadrare, è spiazzante ma molto, molto intrigante, vagamente depresso, ma non direi triste. Non so cosa abbiano fatto in questi nove anni i fratelli Bodson, ma quello che sono riusciti a distillare in questo disco è davvero magnifico. Una gran bella sorpresa, CD consigliatissimo.