Parenthetical Girls + Former Ghost – 08/05/10 Interzona (Verona)

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È bello quando due ritorni a lungo attesi vengono a sovrapporsi nello stesso giorno. Capita questo sabato con la data bresciana dei Dead Meadow e quella veronese dei Parenthetical Girls: nell'ora delle decisioni irrevocabili il lancio della monetina premia il gruppo di Portland, spalleggiato il questo tour dal losangelino Former Ghost. È una scelta rischiosa, su disco non mi entusiasmano per nulla, ma girano voci di un set dal vivo strepitoso; sono qui per verificare di persona. Nella sala che si riempie lentamente Freddy Rupper, titolare della sigla Former Ghost, si presenta in compagnia di Jherek Bischoff alla chitarra e ci regala subito una doppietta di pezzi dal grande impatto: post punk emotivo, scosso da percussioni e dagli scatti improvvisi del leader. Musica fra Xiu Xiu e Joy Division, come ci si attendeva, ma un tributo sentito e ben fatto, non troppo calligrafico come l'album lasciava intendere. Purtroppo, una volta che Ruppert è solo con le proprie macchine (Bischoff rimane giusto i primi due pezzi), il tutto si fa meno intrigante, il suono fra basi, drum machine e brevi fraseggi di tastiera è troppo bidimensionale e il farsi venire il fiatone fra salti e scatti non cambia troppo la sostanza. La voce è espressiva, ma troppo legata ai modelli e il prosieguo dell'esibizione non aggiunge nulla a ciò che il disco aveva già detto. Mi consola, nella coda di un concerto che si è fatto abbastanza noioso, pensare al ben peggior karaoke in cui si è esibito Peter Hook la sera prima a Reggio Emilia; qui almeno assistiamo a un tributo sincero e non a un atto di necrofilia. Solo il tempo di un acqua tonica (è serata straight edge) ed Eddy Crichton e Rachel Jensen sono pronti ad iniziare, affiancati dai due che abbiamo già visto: il chitarrista si cimenterà anche alle percussioni, Rupper aiuterà la ragazza con tasti ed elettronica. Dicevo all'inizio che i Parenthetical Girls su disco non mi entusiasmano; per dirla tutta, quella musica irritante da colonna sonora di Tutti Insieme Appassionatamente (li film che, per reazione, ha spinto migliaia di giovani verso il neonazismo) mi provoca l'orchite dopo i primi 30 secondi. In considerazione di ciò il loro live è ancora più sorprendente, perché depura tutta la melassa e gli arrangiamenti sovrabbondanti facendo spiccare le melodie, praticamente tutte parenthetical_girls_live_interzonaperfette e aggiungendo le doti di performer di Crichton. Capisco sia ridicolo definire animale da palcoscenico uno che si presenta con pantaloni alle caviglie, maglioncino attillato a righe e faccino da Barbie, ma così stanno le cose. Figlio improbabile di una relazione fra Iggy Pop e Mary Poppins, Eddy non si fa nessun problema a correre da un lato all'altro del palco come fosse Candy Candy e un secondo dopo contorcersi ai piedi degli astanti, attorcigliato nel cavo del microfono, alla maniera di Darby Crash. Per quanto possa sembrarvi strano, l'unico modo per definire tutto ciò è punk: Portland non si smentisce. Trascinato da questo personaggio il gruppo tira fuori il meglio dalle canzoni, emarginando l'indie po(m)p delle incisioni a favore di strutture post-punk su cui le melodie si incastrano perfettamente, esaltandosi nella propria semplice bellezza. I pezzi del nuovo EP, Evelyn McHale e Someone's Else Muse si affiancano ad alcuni più vecchi, come The Weight She Fell Under,  ma davvero il trattamento che ricevono rende un po' inutile il citarli: sono indubbiamente loro, ma sono anche diversi, in un concerto che stilisticamente non saprei davvero come definire: pop espressionista? Raw indie po(p-pu)nk? Lasciamo stare… Certo, qualche mielosità rimane, ma non infastidisce più del dovuto, anzi aggiunge sapore alla mistura generale. Solo il finale è un po' in calando, con un bis riservato alla voce di Rachel per una mezza cover di Love Connection di Casiotone (mezza perché sull'album del ciccioso tastierista partecipano i Parenthetical al completo) quando avremmo gradito un altro pezzo originale rivisto e corretto. Ma va bene anche così, stasera il rischio ha decisamente pagato.

Foto di Elena Prati