Papiro – Automare (Muscut, 2017)

Marco Papiro arriva al settimo disco e si accasa presso la ucraina Muscat con questo Automare che continua la sua ricerca a base di synth: Marco li fa suonare e anche parlare, per lunghi brani atmosferici e ambientali. Anche se questa descrizione della musica di Automare potrebbe dare adito ad una prima impressione di qualcosa di monotono e poco vario, in realtà è proprio l’opposto: il retro di copertina ci mostra “solo” dei sintetizzatori ed è appunto con quelli che si apre davanti alle vostre orecchie (!!!) un universo di musica, che richiama gli stili più disparati, ma sempre leggendo il tutto nella ottica personale e con una visione ben precisa. Qui non stiamo parlando di nulla di ripetitivo e di ben poco di già sentito: ambient lisergica, accenni lounge, momenti ritmati, atmosfere cosmiche, melodie pop e tanto altro è compreso nei quaranta minuti scarsi del disco, che conservano una unità di intenti considerevole data la varietà delle influenze presenti nei cinque lunghi brani. Il nostro deve essere attento e scrupoloso ascoltatore che poi cesella la sua musica da buon artigiano e lo stesso processo credo lo applichi nel suo lavoro di grafico: sue sono infatti varie belle copertine di dischi usciti in questi anni e Automare non è da meno, una grafica originale e distintiva come del resto la musica.