Nicola Ratti – 220 Tones (Die Schachtel, 2011)

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Immagino che già il nome di Nicola Ratti vi dica qualcosa, ma per i più distratti giova ricordare che si tratta del chitarrista dei Ronin, dei furono Pin Pin Sugar, di un collaboratore di David Grubbs, Giuseppe Ielasi e di Dean Roberts, oltre che di un autore solista che spesso è arrivato ail’attenzione del pool di The Wire (e l’ultima cosa è stata ottenuta senza comprarsi gli spazi pubblicitari e/o lo spazio sui sampler dell rivista come invece hanno fatto altri). La consacrazione su Die Schachtel? Ma no, non esattamente, nel senso che questo ragazzo dai primi esordi con Prontuario Per Giovani Foglie ha fatto parecchia strada e direi che come per Ielasi, ogni uscita è mediamente una garanzia per ciò che concerne il gusto e la qualità della musica.
Per questo lavoro sulla label milanese che agita i sogni erotici di molti sperimentatori “à la page” il nostro mette da parte la chitarra (che qui compare solo sull’ultimo pezzo) e si concentra su cassette, vinili e organi (caldi… ma non come quelli di Bukowski). Un disco che pur non essendo esageratamente figlio di quell’estetica, non sfigurerebbe nel catalogo della 12K, anzi, senza troppi timor di smentita sono certo che spazzerebbe via metà dei compagni di etichetta che a volte hanno dei gran suoni ma meno idee e meno fiato. Per quel che riguarda i suoni, Ratti di suo lavora molto di fino, se a ciò si aggiunge che il mastering è di Giuseppe Ielasi c’è poco da aggiungere. Credo che il trittico iniziale che si apre con Air Resistence e la conclusiva Empire lasci pochi dubbi in merito al fatto che si parli di un bauscia con il “golden touch”.