Naked On The Vague – Sad Sun (Sabbatical, 2007)

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Non è ancora stato tutto ispezionato il bottino che il nostro webmaster ha riportato dalla vacanza australiana di fine 2008 e rovistando fra i souvenir, emergono ancora parecchie chicche. Questi Naked On The Vague, ad esempio, licenziati dalla Sabbatical nella consueta confezione (busta di pastica trasparente, cartoncino bifronte con copertina e note, CD-R col solo logo dell'etichetta e numero di catalogo) e tiratura di 200 copie. Provenienti da Sidney e assai prolifici (questa è la loro seconda uscita, anno 2007, ma nel frattempo ne hanno aggiunte altre quattro) Lucy Phelan e Matthew Hopkins si presentano armati di chitarra, tastiere, drum box e aggeggini elettronici. Quello che ti aspetteresti, da una formazione del genere, sarebbe un industrial vecchia scuola, scarno e minimale; in effetti qua e là emerge il fantasma dei Throbbing Gristle più catatonici e schegge di funk malato, ma l'atmosfera prevalente è quella di un blues febbricitante, come dei Songs:Ohia naufragati nelle strade di una città semidistrutta. Se si esclude la breve e sincopata Blood Pressure, che ricorda gli Ovo e stona un po' col resto, quello che ascoltiamo sono battiti secchi, mai troppo serrati, che fungono da telaio a suoni scheletrici, spettri di distorsioni che compaiono e scemano nel nulla, tetri cori chiesastici degni della Confraternita del sonno di carpenteriana memoria. L'apice è raggiunto con la conclusiva Sad Sun, quasi sette minuti di blues notturno del dopobomba, tra suoni apparentemente casuali, chitarre torturate, voci femminili; musica sempre a un passo dal disfacimento e colonna sonora ideale per torride, insonni serate estive.