Monktronik (Pasquale Innarella & Roberto Fega) – S/T (Setola di Maiale, 2014)

monktronik

Il nome dato a questo progetto fornisce coordinate piuttosto precise di ciò che troveremo nel disco CD. Monktronik è il duo formato da Pasquale Innarella, sassofonista e Roberto Fega, polistrumentista e artista multimediale, entrambi con un curriculum ricco di incontri e progetti interessanti, non unicamente in ambito jazz; citiamo, giusto per conoscenza, i progetti con Mario Schiano ed Evan Parker per il primo, con Paolo Angeli e i Solar Lodge per il secondo. In questo caso però il pensiero è tutto rivolto a Thelonious Monk.
Registrato dal vivo a Roma nel dicembre del 2013 Monktronik è un ponte gettato fra gli amanti del jazz classico e gli adepti delle musiche meno convenzionali proprie di Setola Di Maiale. Quello che i due musicisti cercano di fare, Innarella coi suoi sassofoni, Fega con elettronica e piano giocattolo (!) è collocare l’opera di Monk in ambito contemporaneo, senza tradirne stile e spirito: direi che l’obiettivo è pienamente raggiunto. Sebbene l’elettronica consentirebbe una gamma di suoni pressoché infinita, i due musicisti optano per composizioni minimali, utilizzando pochi elementi alla volta e privilegiando la qualità di ogni singolo suono, talvolta anche del silenzio. In evidenza è il sax, che ricama melodie suadenti, mente gli strumenti tecnologici lo assecondano con tre diverse opzioni: possono rendere, in maniera mimetica, il suono di una batteria o un contrabbasso; possono fornire un apporto corrispondente a quello degli strumenti classici rivelando però la propria natura sintetica; infine possono esprimersi per ciò che sono, attraverso sonorità e modalità proprie, suggerendo percorsi inediti. Personalmente ho particolarmente apprezzato la terza ipotesi, ma in realtà il valore dell’album sta proprio nel riuscire a far convivere senza scossoni queste tre anime, fino a fonderle, come accade in (Evidence, Well You Needn’t It, Friday The 13th, Misterioso) e Epistophy, brani fra i meno lineari della raccolta, ma sintesi e summa di quanto Montronik si prefigge. Un bel servizio alla memoria e all’opera di Monk, ma anche (e soprattutto) alle nostre orecchie.