Matteo Uggeri/Luca Mauri/Francesco Giannico – Pagetos (Boring Machines/Grey Sparkle, 2012)

A concludere la quadrilogia iniziata nel 2007 da Maurizio Bianchi e Matteo Uggeri e dedicata ad alcuni aspetti della natura (nuvole, deserto e fumo i temi finora affrontati) provvede oggi questo Pagetos, che tratta del gelo mattutino. Assente Bianchi, come già nel precedente capitolo, Uggeri si fa accompagnare da Luca Mauri alla chitarra e da Francesco Giannico al piano.
Pagetos consta di sei tracce (ognuna contraddistinta da un titolo e un orario) che, dalle 4.56 alle 9.01 del mattino, mettono in musica il calare del freddo sul terreno e il successivo disgelo, realizzando un’esperienza totalizzante: i musicisti si immergono nella natura, vivono l’esperienza al nostro posto e ce la restituiscono sotto forma di suono. Non siamo al cospetto di un semplice commento sonoro, né di una nuda audio-cronaca dell’evento, ma ad entrambe le cose, sapientemente combinate. Come ascoltatori siamo comunque chiamati ad una fruizione attiva, perché il disco viaggia su due direttrici parallele, che vanno in qualche modo interpretare per cogliere nel profondo il senso del lavoro. Lungo prima, descrittiva, i tocchi freddi di piano e chitarra e i field recording, veri e proprie audio-frammenti di realtà, tratteggiano il paesaggio che va cristallizzandosi col calare del gelo e ne segue poi i vari passaggi di stato. Lungo la seconda, gli stessi strumenti, alternandosi, con l’aggiunta del violino di Franz Krostopovic e il violoncello campionato di Andrea Serrapiglio, commentano, con toni quasi romantici, quello che è il piccolo miracolo della solidificazione e liquefazione del vapore acqueo. Pagetos è moderna musica da camera dove l’acustico prevale sull’elettro, ma dove ogni elemento è funzionale al risultato finale. Difficilmente vi piacerà al primo ascolto, ma dategli tempo: non vi deluderà.