Mastice – Crepa (Hellbones/I Dischi Del Minollo, 2020)

Il secondo lavoro lungo dei Mastice, duo noise ferrarese, segna un deciso passo avanti nella definizione di una propria cifra stilistica, scartando alcune opzioni poco convincenti sperimentate in passato e concentrandosi sullo sviluppo di quelli che possono diventare punti di forza, dando alla poetica autoriale-rumoristica del gruppo una forma compiuta. La natura aperta che il progetto mostra spesso da vivo, associandosi ad altri artisti, viene assecondata dalle collaborazioni di Samboela alla batteria (già nel precedente lavoro), Paolo Mascolini (Sozu Project) al violoncello e Arianna Poli alla voce, inserimenti che consentono di incanalare le pulsioni del duo in una forma adatta all’ascolto domestico senza far evaporare la ruvidezza e la profondità che li caratterizza. Sono dunque canzoni quelle che ascoltiamo su Crepa, brani non troppo lunghi e senza eccessive divagazioni (pur non aderendo mai alla classica forma-canzone), ma rispetto al precedente Violente Manipolazioni Mentali la melodia è quasi assente, rimpiazzata dal un suono d’impatto tipicamente rock, sporco e quadrato, con l’anima elettronica/industriale che non passa in secondo piano ma va a innervare le composizioni fin nelle più profonde viscere. La voce abbandona i tentativi di cantato, che rischiavano di far (s)cadere il tutto in ambito rock italiano, e si concentra su un parlato/recitato/urlato che talvolta richiama  gli immancabili Massimo Volume, ma più spesso la ruvidezza degli Starfuckers di Brodo Di Cagna Strategico e Sinistri e qua e là anche le declamazioni dei Post Contemporary Corporation. In questo crocevia fra rumore, strutture squadrate e testi d’autore prendono forma i momenti migliori del disco, i recitati intensi su tempesta analogico-digitale di L’Aspettativa e Paralisi, le eruzioni post-core di Preghiera e Rumoroso, le orchestrazioni rumoriste di Antiballata. In generale comunque il livello qualitativo è davvero buono, il disco non ha momenti di cedimento e, nella carriera dei Mastice, rappresentata un punto fermo che non preclude future evoluzioni, anzi, per certi versi pone le basi perché esse possano avvenire.