Mary Lattimore – Hundreds Of Days (Ghostly International, 2018)

Mary Lattimore è riuscita dove molti hanno fallito, infatti suona l’arpa senza risultare né inutilmente virtuosa, né troppo classica, né (orrore) modern classic: ha capacità musicali, gusto e personalità nella composizione per suonare in modo personale. Le sue collaborazioni nel mondo della musica indipendente variano da Thurston Moore a Jefre Cantu-Ledesma ma se la cava benissimo anche da sola: tra cassettine, dischi e collaborazioni ha già all’attivo una quindicina di uscite e questo Hundreds Of Days è il secondo disco per Ghostly. Musicalmente si naviga su territori vicini tra la classica più melodica, con un suono ipnotico che potrà piacere agli appassionati di musica ambient (ma non si scivola nella new age) e si nota anche un piglio molto “rock” allo strumento, che rende il tutto molto digeribile; come Julia Kent che alle prese con il violoncello fa uso di loop, campioni ed effetti, Mary Lattimore nel disco, oltre ad usare anche lei il loop, suona tastiere, chitarra, theremin e piano ma sono solo accompagnamenti in sottofondo: in primo piano c’è sempre solo il suono dell’arpa, pulito e in evidenza. Tre quarti d’ora del vostro tempo davvero ben spesi, musica limpida e cristallina, ottime melodie e talento e gusto da vendere.