M. Moynihan & D. Søderlind – Lords Of Chaos (Tsunami, 2010)

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Arriva anche in Italia, per meritoria opera della Tsunami Edizioni, la corposa inchiesta che indaga fatti e misfatti della scena black metal norvegese degli anni ’90. Il corollario lo conoscete, no? Chiese bruciate, efferati omicidi, qua e là un po’ di musica, più o meno quello che, frammentariamente, si leggeva sulle riviste metallare del tempo. Lords Of Chaos mette ordine nella storia attraverso documenti, interviste ai protagonisti e fotografie.
Strutturato come fosse un'indagine televisiva in stile Mixer, accostando senza soluzione di continuità ricostruzioni narrate ed interviste, il libro affronta inizialmente le vicende che rappresentarono l'inizio di tutto, con la nascita dell'Inner Circle norvegese, il suicidio di Death e l'omicidio di Euronymus, concentrandosi, non poteva essere altrimenti, sulla figura di Varg Vikernes alias Count Grishnackh (Burzum, insomma), la cui storia fa da fil rouge dalla prima all'ultima pagina, sia per quello che il personaggio fece in prima persona, sia per il ruolo che ebbe nell'influenzare altri simpatici figuri. Nella seconda parte del libro lo sguardo viene allargato alle scene nazionali nordeuropee e degli Stati Uniti, indagando in particolari i rapporti fra i black metallari e alcuni circoli di estrema destra. Per scelta degli autori non viene dato alcun giudizio morale nei riguardi dei personaggi e dei fatti trattati, non se ne sente d'altra parte il bisogno, indugiando invece in qualche approfondimento psico-criminologico (abbastanza superfluo) e culturale. Quest'ultime, immagino curate da Moynihan che nelle vesti di musicista (è il leader dei neo folker Blood Axis) ha spesso affrontato questi temi, sono le pagine più interessanti, capaci di tratteggiare rapidamente ma con efficacia gli antichi culti pre-cristiani, connettendoli poi alla recente scene black. Nonostante questi tentativi di inquadramento culturale e l'indubbia cura posta nella stesura, il limite maggiore dell'operazione sta nell'oggettiva difficoltà a prendere sul serio i personaggi, che per quanto pericolosi in certi frangenti (le loro attività sfociarono non di rado l'omicidio), danno più l'impressione di criminali cerebrolesi che non di determinati rivoluzionari. Non è tuttavia un difetto ascrivibile al libro, che rimane una lettura interessante anche se non sempre leggera: alcune interviste sono estenuanti e la parte iniziale, fra anticipazioni e rimandi, piuttosto contorta. Ora che la scena satanico-pagana si è ripiegata su sé stessa verso pratiche individuali (come nel caso di Ihsahn degli Emperor) questo libro restituisce la testimonianza di quello che fu: per i reduci del periodo e per i curiosi, una lettura istruttiva.