Loimann – Towards Higher Consciousness (One Voice, 2010)

A dispetto dell’artwork gotico e post-industriale, il combo torinese, ormai attivo da diversi anni, presenta una sorta di sludge/stoner che proprio nelle parti più overdrive e palustri spicca, se non per originalità, quantomeno per il coraggio di proporre qualcosa di più avventuroso del solito doom cotto e stracotto da oltre quarant’anni. Del resto, la scena metal, italiana e straniera, non é mai stata tanto produttiva ed in evoluzione quanto oggigiorno.
Vuoi per la riscoperta degli antichi valori N.W.O.B.H.M. o solo anche per la moda drone, tutte le declinazioni, dall’hairy al black si stanno spingendo verso terre di confine sempre più impervie. E’ doveroso, quindi, mostrarsi poco indulgenti verso chi si accontenta delle solite cadenze mid tempo o delle grandinate wah-wah senza capo né coda. Il lavoro dei Loimann, nonostante le ottime intenzione e/o introduzioni si definisce infatti molto scolastico e senza sorprese, accompagnato per giunta da una voce afona senza alcun senso del comando o dell’accompagnamento. Diciamocelo chiaramente, per quanto dogmatico e conservatore che sia, il doom/stoner ha davvero detto tutto da almeno quindici anni e le inutili e pedanti fotocopie ancora in circolazione non fanno che confermarlo ogni giorno. Le avanguardie esistono, non dimentichiamolo e si chiamano Boris, Conifer, Grails, Ufomammut come decine di altri. Meno tradizione e più innovazione regazzi: è un dovere di vita.