Levator – The Biggest Waves Come At Night (Levator Music, 2009)

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Recentemente qualcuno lo ha definito dreamcore: un fumoso intruglio di loops, onirico shoegaze ed eteree santità di sapore Cocteau Twins (Treasure ovviamente!). I mantra che ne scaturiscono sono interessanti ed è inevitabile rimanerne sedotti, come del resto di qualsiasi cibo eccessivamente speziato o zuccheroso! Il rischio è che tal abuso di incenso e miele alla lunga sgogni. Il recente risveglio di un certo fragore noise (siamo finalmente al recupero dei novanta!) mi porta a pensare che, invece, questa forma di minimalismo, dignitoso e ben costruito, conduca principalmente ad una sorta di assopimento sensoriale. Le dichiarazioni d'intenti della bella Sky Lynn (chitarra e voce) riportano alla luce vecchi bauli (cito esplicitamente) di fotografie in bianco e nero dove i ricordi, appena percepibili nei frammenti più profondi della memoria, evocano nostalgie reali (ed indotte). Insomma, benchè provengano da Seattle, i Levator, ormai al terzo LP, viaggiano a mani giunte con il pendolino al centro alla ricerca di fantasmi e premonizioni di una non ben definita mente collettiva. L'unica osservazione che mi sembra di dover sottolineare è che navigando entro tali suggestioni il pericolo è proprio quello di isolarsi completamente dal mondo circostante che, inutile dirlo, ha quotidianamente bisogno di materia e sostanza. Non me ne vogliano gli eterni sognatori.