Leg Leg – Manta (Wallace, 2009)

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"Ma l'amor mio non muore" e così la Wallace pur sfornando dischi diversi a ripetizione mantiene un suo profilo o forse dovrei dire più un'estetica "rock" ed i Leg Leg si inseriscono perfettamente in questo filone. Più che di rock dovrei parlare di post-math rock, i riferimenti sono i Don Caballero di What Burns Never Returns (mai troppo osannato) i Lustre King o comunque gruppi della My Pal God, Ohio Gold et similia… in pratica non tanto quel suono Touch and Go sempre vagamente storto ma quel post-rock che ha preso il largo da molte formazioni emo ed indie come i Paul Newman.
Se avete amato Rosolina Mar è facile che possiate voler bene anche a loro, seppur privi di quella componente settantesca dei primi, i Leg Leg viaggiano su un suono comunque meno retrò e forse ancora da sviluppare. La melodia la fa da padrona in tutti gli episodi e pur svolgendo le tracce secondo un piano molto calcolato il trio non cade mai nel noioso e nel cervellotico: in definitiva i pezzi sono fatti per essere ascoltati e non solo per essere suonati. Manta si "beve bene" e ha un mood molto piacevole anche se a volte senza troppi sussulti, nonostante il buon gusto e la piacevolezza del lavoro l'impressione globale a tratti è pur sempre quella di un esordio, quindi non privo di alcune ottime intuizioni ancora acerbe. Sia chiaro, si tratta di un buon disco e di un ottimo lavoro ma anche di un gruppo ancora da maturare e con tutte le carte in regola per farlo.