Le Singe Blanc + Ada-Nuki – 24/04/09 Arci Kroen (Villafranca – VR)

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Capitano certe volte clamorose botte di culo, fare una cosa con sufficienza, per noia o semplicemente perché non c'è nulla di meglio da fare ed essere ripagati oltremisura. Mi è capitato un venerdì sera di recarmi al Kroen giusto perché non avevo nulla di meglio da fare, senza neppure saper alcunché di chi si sarebbe esibito e trovarmi davanti Les Singe Blanc, direttamente da Metz. Evidentemente non sono stati molti ad avere la stessa pensata, giacché nella saletta non siamo più di una quindicina e almeno di vista, ci conosciamo tutti. Posso testimoniare che almeno metà dei presenti si è fatta minimo 40 chilometri per essere qui stasera. Il dio del rock'n'roll saprà ricompensarli, mentre scaglierà sugli assenti ingiustificati un anatema che trasformerà tutti i loro dischi in CD dei Modena City Ramblers e Laura Pausini. A sorpresa sono proprio i francesi a salire per primi sul palco. Il terzetto schiera due bassisti, di cui uno sufficientemente somigliante al compianto Dimebag Darrell da valere, già solo per quello, diversi punti a favore e una batteria. Al "pronti, via" un bel giro di basso scalda l'atmosfera e attorciglia le budella, solo in parte disinnescato da una voce in falsetto che mi agita davanti agli occhi l'orrido spettro del punk funk. Ma è solo un attimo: il gruppo è troppo hardcore nello spirito per scendere a simili compromessi e nel triangolo ritmico trita senza pietà qualsiasi genere gli capiti sotto tiro: dal doom metal alla dance e tutto ciò che può stare fra questi due lontanissimi poli è preso e reso funzionale al malato disegno del gruppo. Ancor più impressione è la naturalezza con cui il lavoro viene svolto: nessun eccesso strumentale gratuito, la tecnica è al servizio  dell'obiettivo e anche quando il cantato tocca le massime vette di scemenza, con duetti grotteschi fra i due bassisti/cantanti, il lavoro strumentale è di una tal pulizia e rigore da scongiurare ogni possibile caduta nel nonsense. Infine, poiché anche l'occhio vuole la sua parte, i tre non sono  male neppure visivamente, specie quando i due frontman danzano leggiadri sui pedalini, giocando alternativamente con questo e quell'effetto in uno dei brani più coinvolgenti dell'intero set. Ma davvero c'è l'imbarazzo della scelta, e quando il gruppo tenta di scendere dal palco dopo mezz'ora di continuo crescendo, sono ricacciati su a forza di urla: siamo pochi, ma ci facciamo sentire. Ci regalano così altri due pezzi; una decina sarebbero stati più graditi, ma meglio che niente, in questi tempi di crisi. Se la prossima volta che passano non ci sarà il pienone, vorrà dire solo una cosa: che ce li meritiamo i Canadians.
Tocca poi ai tarantini Ada-Nuki, che accompagnano Les Singe Blanc in questi venti giorni di tour lungo la penisola. È ovvio che, dopo una prestazione del genere, salire sul palco è compito veramente ingrato, ma i nostri non sono tipi da tirarsi indietro. Così i due, basso e batteria, danno il meglio di sé e se non vincitori, riescono certamente ad uscire a testa alta. A parte qualche scontato passaggio superveloce sentito mille volte da gruppi di questo tipo, dimostrano buona fantasia puntando su uno stile memore di certo post-rock, con bei giri e parti vocali che non disdegnano la melodia, senza tentare di nascondere dietro alti volumi le carenze d'organico e riuscendo a rendere interessante una formula che troppi gruppi cloni dei Lightning Bolt stanno conducendo in un vicolo cieco. Fossero stati il gruppo di apertura avrebbero debitamente scaldato l'atmosfera lasciando certamente un ricordo ancora migliore. Così, ahimè, è come prendere l'aperitivo con Charlize Theron e uscire a cena con Violante Placido. Che per carità, è carinissima. Ma avete presente il culo della Theron?