Langhorne Slim – 25/06/09 Arci Kroen (Villafranca – VR)

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Il maltempo, che ha caratterizzato l'inizio dell'estate, segna profondamente anche questa serata: prima un forte acquazzone respinge il tentativo di attracco al Kroen, poi il suo perdurare ritarda la nuova partenza, fiaccando il morale della ciurma, cosicché, rifatta la conta, solo io e il comrades Ferri partecipiamo al secondo, riuscito tentativo. Il ritardo ci costa la performance della gloria locale Mic Bombatomica, di cui vediamo solo la secondo metà dell'ultimo pezzo: un po' poco per esprimere un giudizio. Ci mettiamo allora in attesa di Langhorne Slim, che si presenta in raffinata mise canotta e coppola, un mago Oronzo solo meno panciuto e devo ammetterlo, più figo, accompagnato dalla propria chitarra, da un contrabbassista e da un batterista che, vi interesserà saperlo, è figlio di quello dei Violent Femmes.
Io, non lo nascondo, sono qui per puro trendismo: del tipo non ho ascoltato che qualche canzonetta noiosa e scontatamente folk sull'infido My Space, ma da più parti ho sentito tessere le lodi dei suoi spettacoli dal vivo e decido quindi di verificare nonostante le non positivissime premesse.langhorneslimlive
Invece, sarà l'effetto degli ormoni femminili che saturano la sala, il concerto si orienta subito verso coordinate più rock'n'roll, talvolta innervato da influssi soulfoul degni del primo Ben Harper, non il peggiore, per intendersi. C'è da divertirsi, insomma, canzoni che fanno battere il piede piuttosto che immaginare vacche al pascolo e sedie a dondolo sotto verande con vista sulla prateria. Ma poiché anche l'occhio vuole la sua parte, dirò che  il nostro fa largo uso di pose plastiche e gigionerie che la prima volta fanno sorridere, la seconda stufano e la terza muovono all'odio: il concerto lo si gode assai più limitandosi all'ascolto. Va da sé che ognuna delle ragazze presenti affermerà senza dubbio il contrario. Tornando alla fredda cronaca, va registrato che, in quella che avrebbe dovuto essere la parte finale del concerto, si affacciano anche i pezzi più placidi, quasi springsteeniani, The River e giù di lì e a questo punto un po' di calma ci sta a pennello ad accompagnarci fino alla fine. Quello che non ci sta per nulla, purtroppo, è l'idea di allungare la minestra con dei bis di sola chitarra e voce davvero insignificanti; per non dover abbassare il voto di un concerto che si era sempre tenuto ad un buon livello ci dileguiamo in direzione bancone del bar. È qui che, un messo infernale, ci porta la funesta notizia della scomparsa dell'ex nigga Michael Jackson. Alla sua memoria si alzano gli ultimi bicchieri prima di tornare a casa. In moonwalker, in segno di rispetto.

(Foto di Milvia)