La Teiera Di Russell – NMR (DreaminGorilla/Scatti Vorticosi/Vollmer/Tanto di Cappello, 2015)

Un fitto tessuto di parole mutuate da situazioni non musicali, questo l’intro – e l’outro – di NMR, primo lavoro de La Teiera di Russell.
Già. Proprio Russell, il buon vecchio Bertrand, il filosofo neopositivista. Quello, appunto, della teiera nell’universo messa lì per spiegare il concetto dell’esistenza (o meglio, non esistenza) di Dio. Ebbè. Mica un nome a caso, penso. Toccherà far roba all’altezza di cotanto personaggio tirato in ballo, penso. E infatti, sì.
Si parte dunque da annunci radiofonici retrò, ma si entra velocemete nel vivo del suono. Veloce, lento, saltellante, strascicato, avvolgente. Sempre. Per tutte le sei lunghe tracce (che poi si riducono a quattro effettive, dato che l’ultima, come la prima, riguarda altro). Si legge del disco che avrebbe lo scopo di aiutare ad eclissarsi dalla realtà. Buffo, io mi sa che l’ho ascoltato al contrario, avendolo vissuto, invece, come una specie di lente di ingrandimento del mio intorno: colori accentuati, luci enfatizzate, ombre e contrasti calcati. L’incipit di One Step Beyond dei Madness ad aprire la splendida Dogma Quindici – arrivata giusta giusta per festeggiare i venti anni dalla fondazione del movimento Dogma 95 di Von Trier e Vinterberg (e i 10 dalla suo scioglimento…) -, un inno al post rock che, nel suo quarto d’ora di lunghezza, si appoggia su fraseggi eccellenti di batteria per approdare a un grandioso finale in stile Motorpsycho periodo psichedelico (lo so. Li cito troppo spesso mannaggia. Mi farò pagare da Snah & C prima o poi…). Pezzo da 35 (Calibro 35?…è una mia fantasia o può starci, visti i suoni carichi e intrisi di effetti e la base elettronica vagamente 70s?) è un’altra traccia per cui vale la pena prendere in considerazione questo bel disco, concepito, a quanto pare, in breve tempo. E anche i concepitori suonano insieme da breve tempo – maggio 2014 -, concepitori che parrebbero, almeno da alcune foto sul web, giovani proprio. E bravi proprio. Così si fa. Chi ha qualcosa da dire, lo dice senza aspettare troppo. ‘Largo ai giovani!’ fa troppo da vecchi? Chissenefrega. Soprattutto se i giovani sono questi. Largo ai giovani!