La Morte – S/T (Corpoc/Anemic Dracula, 2012)

Dietro La Morte si celano Giovanni Succi dei Bachi Da Pietra (voce recitante) e Riccardo Gamondi degli Uochi Toki (elettronica e filed recordings), ma ciò non ha molta importanza. Quello che conta davvero è che davanti alla morte ci troveremo tutti, anzi, per certi versi lo siamo da sempre, e prima ci si fanno i conti, meglio è. Intendo con questo, non il morire, ma l’accettarla e, se possibile, imparare a non averne paura. Un disco del genere, intanto, è un buon modo per comincare a chiamarla per nome. Coi suoi tanti nomi.
La morte, dunque. La inseguiamo lungo i solchi del vinile, cerchiamo di afferrarla nei brani letterari in cui scrittori e poeti estinti, italiani, russi, francesi e americani, trattano il momento di varcare la soglia. I nostri sono tuttavia tentativi sempre frustrati, essendo la morte l’evento inraccontabile per eccellenza; e non è un caso che l’unico brano che non ne tratti direttamente, descriva in maniera minuziosa l’atto del defecare, altro tabù e comunque sempre momento di passaggio e naturale cambio di stato. Quindi non la incontriamo mai, la morte: nei racconti è sempre in arrivo o, in qualche caso, già passata; eppure è presente, in tutta la sua forza, nelle parole che scorrono gravi ma non eccessivamente solenni, rispettose, ma mai pavide e senza alcuna morbosità. A supporto, elettronica e field recordings, lo immaginerete, piuttosto cupi, e i rari interventi di un terzetto d’archi, registrato nella camera mortuaria di un cimitero nei pressi di Rimini (e questo dato è forse l’unico che denota un certo compiacimento). Solo in apparenza la musica è un elemento secondario, asservita alla parola: in realtà fornisce un sottofondo subliminale, dà vita alle ambientazioni, arrivando in un caso, in perfetto accordo con la voce, a trasformare una laude del duecento in un incredibile hip hop aritimico alla Antipop Consortium, che ha la cadenza ineluttabile della marcia di un esercito di ombre. È questo un disco importante per concept, contenuto e valore artistico, che probabilmente richiederà più sforzo per vincere la ripugnanza del tema che non per inioltrarsi, una volta varcata la soglia, nei suoi meandri.
La Morte esce in vinile, con copertine serigrafate, con un appropriato procedimento a cenere, partendo da trenta illustrazioni di Veronica Azzinari, ognuna riprodotta dieci volte, per una tiratura finale di 300 copie. Un’edizione limitata, contrariamente all’altra morte.