Konstrukt + Ken Vandermark – Kozmik Bazaar (Karlrecords, 2019)

I Konstrukt continuano nella loro marcia forzata delle collaborazioni, e dopo aver incrociato gli strumenti con artisti come Thurston Moore, Peter Brotzmann, Merzbow, Joe McPhee e Evan Parker, tra gli altri, trovano ancora un’occasione per registrare con un altro nome di spessore dell’avant jazz internazionale, il sassofonista chicagoano Ken Vandermark.
La visione dell’ensemble turco è sempre molto funzionale, un modo intelligente di gestire l’improvvisazione avantgarde con un approccio tipico della jam session rock, cosa che non solo si rivela profondamente efficace per affondare colpi interessanti e lavorare la materia con sempre rinnovata freschezza, ma anche per riuscire a costruire con estrema naturalezza una vera dialettica tra le personalità in gioco. Circostanza molto evidente nell’ascoltare il quartetto composto da Korhan Futaci (sassofono alto, loops istantanei e voce), Umut Çağlar (chitarra, synth, gralla, guimbri), Apostolos Sideris (contrabbasso) e Berkan Tilavel (batteria e percusioni electroniche) alle prese con il sax tenore e il clarinetto di Vandermark.
Più compatto ma non meno affascinante del precedente A Philosophy Warping, Little By Little That Way Lies A Quagmire registrato assieme a Keiji Haino, Kosmik Bazaar si concentra sul senso forte del freejazz a partire da omaggi all’armolodia colemaniana, per poi colpire con vere riflessioni contemporanee sul genere. In questo senso va inquadrato l’urlo di Ex-Cess, con un Vandermark esplosivo e i Konstrukt furiosamente sul pezzo. Ma nel complesso il suono vive di una geometria interna che si spande in differenti tensioni di traccia in traccia, fino ad arrivare a riflessioni squisitamente coltraniane: sapendo tingersi caleidoscopicamente di sapori etnico-futuristi (East Of West, West Of East), disperdendosi in diramazioni spirituali (Semazen), trovando pertinenti divagazioni cosmiche (Bammm!), e coinvolgendo con oblique distensioni ambientali (Cocoon). Tutti momenti con una loro specificità, ma che trovano ulteriore equilibrio nel loro insieme. Un lavoro calibrato che soddisfa a pieno le aspettative. Ancora un bel centro.