KK Null/Israel Martinez/Lumen Lab – Incognita (Aagoo, 2013)

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La Terra Incognita è al centro di un triangolo con Tokio, Berlino e la città messicana di Zapopan come vertici; qui risiedono rispettivamente KK Null, Israel Martinez e Lumen Lab, nome dietro cui si cela Diego, fratello di Israel. Com’è ormai consuetudine i tre hanno lavorato a distanza, spedendosi i file per via telematica e si sono poi ritrovati insieme per l’editing finale, partorendo i quattro brani di Incognita, semplicemente identificati da un numero romano e un quinto, Terra, che qui non compare e finirà sull’edizione limitata in vinile.
In realtà la terra dove i tre si muovono non è propriamente incognita, dato che si tratta dei territori risaputi dell’ambient più rumoroso, di cui i nostri ripropongono l’intero repertorio di drone profondi ed elettronica free ma mai fuori controllo, includendo qualche passaggio ritmico cadenzato, distese di sintetizzatori sognanti, frammenti di suoni spaziali e adornando il tutto coi field recordings più disparati: cinguettii, acqua che scorre, motoseghe… Un disco che si fa ascoltare grazie alla scrittura sapiente e alla varietà delle soluzioni sonore, ma che non riserva alcuna sorpresa, con brani tutti costruiti seguendo uno schema simile: partenza tranquilla, crescendo per accumulo di suoni, taglio netto prima che tutto sfoci nel rumore. Solo il quarto segmento, non a caso il pezzo migliore della raccolta, si discosta parzialmente dal canovaccio, con le sue divagazioni quasi psichedeliche. Come spesso capita ai musicisti di lungo corso che non hanno troppa voglia di mettersi in gioco, Incognita è routine di classe, un disco assemblato con grande mestiere e poca ispirazione: piacevole ma assolutamente prescindibile.